Pungenti striature di flauti come un carnevale di Camille Saint-Saëns, lievi ricami vocali, bassi felpati e un synth immerso nella fontana dei pesci rossi: sin dalle prime battute, “Submerge” si espande nelle orecchie come un sogno a occhi aperti, tradendo un ascolto onnivoro e articolato, la cui sgargiante fantasia multicolore sembra indotta da una gustosa salamoia di funghi psichedelici. Solo che il Bianconiglio da inseguire ha sembianze alquanto inusuali: è un martello dal sorrisetto infigardo e la testa dura, che spacca vetri, legni e cocci spargendone i pezzi in ogni direzione come lapilli di roccia infuocata che schizzano fuori dalle bocche del vulcano. Sembra di stare dentro un anime, dove paesaggi immaginari popolati da personaggi assurdi e situazioni allegoriche sono in realtà lezioni di antica saggezza popolare. Prestando più attenzione, infatti, si nota che “Sumberge” non è soltanto un onirico acquerello elettro-cameristico, quanto un antidoto per abbattere le ansie di un futuro incerto sotto forma di sijo – poema tipico della cultura coreana, simile al corrispettivo giapponese haiku.
Tanta carne al fuoco? Probabile, ma approcciarsi all’arte della beatmaker Yaeji, nel corso dell’ultimo lustro, è stato un continuo esercizio di amore e fantasia, alla scoperta di una personalità timida ma ferocemente coerente. “With A Hammer” è il suo lavoro più ricco e composito, un continuo contrasto tra innata delicatezza e buffe invettive da cartone animato contro i mali del mondo. Con l’amico martello in spalla, l’autrice frantuma e ricostruisce la propria poetica in tredici miniature di ritmiche seghettate, svolgimenti finemente progressivi e una vasta gamma elettro/acustica, capace di tornire la materia sonora con la grazia di una sarta che estrae la seta di loto.
Certo, Yaeji ha un modo alquanto peculiare di far presenza nelle proprie canzoni, tramite un’impercettibile vocetta infantile che bofonchia col naso incollato al microfono mentre salta in continuazione dall’inglese al coreano. Ma un po’ come nel caso della collega scandinava Stina Nordenstam, tali interpretazioni nascondono in verità una moltitudine di sfumature, perfettamente sottolineate dalla cura produttiva; bastino la lampeggiante fantasia hip-hop/gaze di “Fever”, e la sinuosa “Passed Me By”, a illustrare un arguto gusto fuori dal comune. Il singolo “For Granted” taglia la tensione con un machete digitale e screzi di drum’n’bass, e tacciamo del palleggiante ritmo di “Done (Let’s Get It)”, un’esortazione a scuotersi di dosso ogni apatia e lanciarsi con veemenza dentro una ritrovata creatività che dà significato alla vita stessa.
Grazie a una densa attività da dj a cavallo tra rap, techno e abstract-house, Yaeji non ha paura di attorniarsi di beat muscolosi e partiture meccaniche particolarmente secche e stridenti: ecco la squisita title track, che fa ampiamente fede alle marachelle del martello in copertina, e la sciabolata club-rap di “Michin” in coppia con Enayet, altro curioso beatmaker nativo del Bangladesh. Fa poi capolino la linea di basso più accattivante dell’anno in corso: “Away x5”, irresistibile caramellina circense.
C’è comunque posto per momenti più eterei; le ariose partiture ambient-jazz di “I’ll Remember For Me, I’ll Remember For You”, e la splendida rifrazione liquida di “1 Thing To Smash”, in coppia con la londinese Loraine James, sempre pertinente nell’arte della sottrazione eppure immediatamente riconoscibile dietro al synth. Chiude le danze l’imperscrutabile decostruzione melodica di “Be Alone In This”, condita da aciduli stridori digitali reminescenti della poetica di Arca.
Può bastare per farsi un’idea? Solo in parte, perlomeno se si considera il fatto che, pur in punta di piedi, ogni singola battuta di questo album presenta qualcosa di diverso, che sia un suono o un cambio di ritmo e direzione, al punto che descriverne il continuo svolgimento diventa impresa ardua e finanche futile.
Non aspettatevi comunque grandi ritornelli da cantare in coro, né furiosi passaggi radio: “With A Hammer” è un ascolto da farsi in cuffia lungo il corso dell’anno, sviscerandone la complessità poco a poco come i tanti strati di una cipolla. Ma è un’esperienza che ripaga abbondantemente lo sforzo, soprattutto per chi ama osservare da vicino i mutamenti più peculiari e articolati della materia elettronica; Yaeji, timida ma eccellente maestra in produzione, artista curiosa su più fronti, continua a brillare di luce propria.
01/04/2023