L’approdo a Ninja Tune, probabilmente il miglior posto in cui capitare con un suono ultra-moderno, digitale e iper-definito come quello dell’artista non-binary di Singapore di stanza a Londra, preludeva inevitabilmente alla sua ribalta, che tra BNM annunciato su Pitchfork e un plauso proveniente da ogni direzione non è tardato ad arrivare. Dal punto di vista sonico, la crescita mostrata da Yeule nel suo quarto album “Softscars” è evidente, manca però ancora qualcosa dal punto di vista della scrittura - scrittura che fa letteralmente faville quando incontra le melodie e le soluzioni elettroniche giuste, andando a creare un immaginario potente e accattivante, ma risente spesso e volentieri di momenti di stanca e idee non proprio originali. Ma andiamo per ordine.
L’immaginario di Yeule, che non a caso mutua il suo nome d’arte da un personaggio di Final Fantasy, affastella fissazioni digitali, isolamento web e tenerezza adolescenziale, bamboline smarrite in un labirinto cyber-punk. Musicalmente vediamo glitch pop, chitarre shoegaze e ultra-definizioni post-club à-la Sophie produrre una sorta di amplesso plastico tra Yves Tumor e Billie Eilish.
Il parto di questa creatura non è indolore. Avviene tra squassi di chitarre blackgaze, lampi digitali e grida efferate in “x w x”, un opener che lascia il segno e si afferma tra i vertici del disco. Brani come “Sulk Baby” e “4ui12” vedono l’elettronica arrotondarsi in forme pop e arricchirsi di aromi orientali; mentre l’assalto chitarristico al neon che infiamma “Dazies”, anche qui siamo tra i migliori episodi del lotto”, rimanda direttamente alle nebulose shoegaze di “Loveless”.
Dopo un intermezzo pianistico intitolato “Fish In The Pool”, Yeule sembra perdere ispirazione, o forse coraggio, e i brani iniziano a tendere verso configurazioni più banali, totalmente ispirate all’electropop di Billie Eilish (“Inferno”, “Bloodbunny”) o addirittura al pop-punk (“Cybermeat”).
Al sound design gargantuesco garantito dalla casa di produzione di Londra, Yeule non riesce dunque a far corrispondere sempre guizzi all’altezza. È certamente un peccato, ma nemmeno la fine del mondo, dacché “Softscars” è da considerarsi come un nuovo inizio artistico.
28/09/2023