Dan Knishkowy è un artista che ama riflettere in compagnia della propria chitarra. Da anni il cantautore di New York, con una serie di composizioni chamber-folk dal tocco artigianale, racconta dubbi, incertezze e stati d’animo dove sogno e disillusione si susseguono senza sosta. “Whodunnit” giunge dopo una delle sue pagine più riuscite, “Hot Fruit”, e musicalmente ne insegue con eleganza le inflessioni più folk-jazz, pur con sonorità più intime e crepuscolari che scivolano come una carezza sul volto e lasciano il cuore in tumulto.
Questa volta le canzoni sono incentrate sulle relazioni familiari e sull’ineluttabile caducità dei sentimenti. Con “Whodunnit” Knishkowy s’interroga sulle tante ragioni di un divorzio, sottolineando con mesta poesia le difficoltà e le défaillance della quotidianità con seducenti folk-pop (“Preying On”) o accennando un lieve scatto d’ira e d’orgoglio con accenni sperimentali e neoclassici che introducono una ballata graziata da un elegante fingerpicking e graffi chitarristici (“Grief”).
Concettualmente il nuovo disco di Adeline Hotel si inserisce nella lunga tradizione di album post-divorzio (“Here My Dear” di Marvin Gaye, “Tunnel Of Love” di Bruce Springsteen, “Blood On The Tracks” di Bob Dylan e “Rumours” dei Fleetwood Mac), ma si tiene ben lontano dalle impetuose e tracimanti vesti sonore degli album citati, per una più dolente e indolente riflessione su quei dettagli spesso ignorati che sono spesso la vera ragione della fine di un amore.
“Whodunnit” è un’altra gloriosa raccolta di elettrizzanti chamber-folk (“Joy”) e di ballate svogliate e schiette (“How Did I Get So Lucky?”). L’autore crea un intenso legame tra testi efficaci e diretti e melodie intime e sofferte (“Isn’t That Enough?”), senza trascurare la componente strettamente musicale, sempre ricca e suggestiva (“Possible Lives”), non priva di gemme sonore che sembrano appartenere a un’altra epoca (“I Will Let Your Flowers Go”).
Con l’aiuto e la complicità di alcuni buoni amici - Winston Cook-Wilson (piano e tastiere), Sean Mullins (batteria), Carmen Quill (contrabbasso), Jackie West e Katie Von Schleicher (voci), il musicista americano sembra aver trovato una solidità strutturale per il progetto Adeline Hotel. L’affiatamento tra i musicisti è sempre più evidente, anche la voce di Dan Krishkowy è più sicura e limpida: se l’intento era quello di spezzare la catena dei dischi rabbiosi post-divorce, il risultato è eccellente sotto tutti i punti di vista.
14/02/2025