Quattro profili artistici rilevanti, un ambizioso e selvaggio progetto dove improvvisazione e destrutturazione viaggiano in sincrono con effetti stimolanti e imprevedibili: l'album dei Beings è questo e molto altro.
"There Is A Garden" è un disco che giustifica il titolo di erede di Albert Ayler offerto alla giovane sassofonista americana Zoh Amba. Lo stridio carnale e gutturale del sax che illumina l'oscuro groove di "Small Vows" e ne intercetta le altrettanto inquiete trame chitarristiche, nonché lo svogliato cantato che raccorda le divagazioni psych-folk di "Morning Sea" sono biglietto da visita sufficiente a garantirne la cifra artistica. Anche il musicista americano di origini pakistane Shahzad Ismally si conferma autentico mattatore e abile polistrumentista: la sua fama di gettonato sessionman è suggellata dalle brulicanti trame ritmiche e strumentali di "Face Of Silence", una delle pagine più dinamiche e imprevedibili di "There Is A Garden".
Sperimentazione, alt-rock, drone music e spiritual-jazz sono il pane quotidiano del quartetto ("Sun Greeted"), il tocco estatico del chitarrista Steve Gunn e la rodata esperienza con le intricante maglie del post-rock di Jim White dei Dirty Three offrono spazio a brani dal passo mesto, eppur pronti a implodere con struggente enfasi noise ("Flowers That Talk").
I Beings non hanno paura di ostentare tecnica e azzardo creativo, si dimostrano altresì abili nel tenere a bada irruenza e irriverenza armonica nei sei minuti e mezzo della splendida trance di "Happy To Be", un brano che potrebbe benissimo uscire da un progetto di Alabaster DePlume.
Zoh Amba, Steve Gunn, Shahzad Ismally e Jim White si avvalgono della struttura tipica di una band per un salto di qualità espressiva e artistica, "There Is A Garden" è un album ricco di guizzi, di eleganti contrapposizioni, i quattro musicisti estraggono dalle fitte maglie del massimalismo sonoro autentiche delizie psych-folk-noir, di rara, dissonante bellezza, come "God Dances In Your Eyes".
Non è un album facile, l'esordio dei Beings, ma nulla di quanto offerto in questi 37 minuti suona superfluo o pretenzioso. Tecnica, immaginazione e potenza viaggiano di pari passo, per un'esperienza d'ascolto originale e corroborante.
29/06/2024