Joan As Police Woman

Dopo la fortunata collaborazione con Tony Allen e Dave Okumu, Joan Wasser rilascia il suo nuovo album in studio, "Lemons, Limes And Orchids". Il titolo prende spunto dalla title track, un lungo flusso di coscienza scritto al termine di un workshop di scrittura che racconta l'umanità e i dettagli quotidiani che la cantautrice del Connecticut osserva durante i suoi vagabondaggi per Manhattan. Il brano, costruito su pochi accordi e un testo pregnante, si discosta stilisticamente dalle altre tracce, ma è emblematico di un disco costruito tutto intorno alla voce unica e profonda di Joan.

L'album si apre con le eleganti armonie di "The Dream", innestato da un morbido shuffle che accarezza l'ascoltatore, creando uno sfondo ideale per la voce sensuale e avvolgente della cantautrice. È l'inizio di un lavoro dove ogni traccia sembra modellata per evidenziare le sfumature vocali di Joan, rendendole protagoniste assolute. Le sonorità minimali e raffinate, con influenze jazz e soul, si alternano a momenti più sperimentali, offrendo un'esperienza d'ascolto variegata ma sempre coerente.
Ad anticipare il disco, sono stati i singoli "Long For Ruin" e "Back Again". Il primo affronta temi politici e di sensibilizzazione ambientale, portando alla luce le preoccupazioni dell'artista americana per il futuro del pianeta. Si sviluppa su una struttura di chitarre leggermente distorte e su un testo dal tono quasi predicatorio che invita l'ascoltatore a una riflessione collettiva sulla direzione verso la quale le nostre politiche ci stanno conducendo. Con il secondo singolo, "Back Again", Joan torna su territori più familiari, richiamando le atmosfere di brani come "What A World" con una melodia pop brillante e leggera accompagnata da eleganti groove alla Motown.

In "Full-Time Heist", si scivola con grazia attorno a una base ritmica essenziale, arricchita da delicati trilli di pianoforte. Sebbene si tratti di un'invettiva contro un personaggio arrogante e autoreferenziale, la canzone evoca un'atmosfera intima e sospesa, in cui la voce si intreccia in modo armonioso con la strumentazione minimalista, creando un effetto ipnotico e avvolgente. "Started Off Free" apre l'album a sonorità più ampie, con accordi jazz potenti e profondi, impreziositi dal basso di Meshell Ndegeocello, che aggiunge calore e dinamismo. Da antologia è la prova vocale in "Oh Joan", dove la cantautrice statunitense sfoggia un falsetto funambolico, che si libra leggero per poi cedere dolcemente al ritornello, in cui il titolo viene ripetuto e sospirato come un mantra.
"Remember The Voice", invece, introduce un tocco più elettronico, con richiami stilistici ai Radiohead, grazie a un sound percussivo duro e ripetitivo. Una traccia che, tuttavia, non convince pienamente a causa dei suoni eccessivamente rigidi e privi della fluidità che caratterizza il resto delle canzoni.

La parte finale dell'album si fa più riflessiva e rilassata, con brani come la riuscitissima "Safe To Say", in cui la voce dell'americana raggiunge note particolarmente alte, sostenuta da una sezione ritmica dolce e struggente. Un momento particolarmente originale è il battito cardiaco che funge da ritornello in "Tribute To Holding On", con l'intento di creare una pausa per amplificare l'intensità emotiva.
L'album si chiude con "Help On Its Way", una ballata jazz dal sapore vintage ma con un testo immerso nell'attualità. Il pianoforte guida la melodia con un'atmosfera nostalgica, mentre Joan riflette su temi moderni, dimostrando ancora una volta la sua capacità di fondere passato e presente con maestria.

In "Lemons Lime And Orchids" manca una canzone trainante, ma forse è proprio questo il suo punto di forza. È un'opera da gustare lentamente, lasciandosi trasportare dalla delicatezza e dalla potenza della voce di Joan. Non è un album che colpisce immediatamente, ma conquista nel tempo, confermando la cantautrice del Maine come una delle voci più influenti del panorama musicale contemporaneo.

24/09/2024