Una voce lontana come un grido, un piano, una tensione palpabile, un vuoto emotivo che la voce recitata rende ancor più intenso e struggente: le prime note di "Daffodil & Dirt" non carezzano l'udito ("Highwood House"), né provocano lo stupore necessario per essere venerate dagli ascoltatori più esigenti: dopotutto un minuto e mezzo è materia esigua per una comprensione tangibile di un progetto cupo e fragile come l'esordio di Sam Morton.
Tutto ha avuto inizio quando Richard Russell ha ascoltato il podcast della Bbc "The Desert Island Discs" incentrato sulle scelte dell'attrice Samantha Morton ed è rimasto colpito dalla presenza non solo di Einstürzende Neubauten e Ub40, ma anche di Molly Drake (poetessa e cantante, madre di Nick Drake). La collaborazione era, a quel punto, un atto necessario.
Trip-hop, echi dub, scampoli di black-spiritual music, inquietudini elettroniche, immagini sfuocate di antichi film noir: sono questi gli elementi che compongono il tessuto di un album atipico e stimolante, a tratti indecifrabile, ma mai privo di consistenza e tensione creativa.
L'inatteso gemellaggio artistico non è impresa facile. La narrazione musicale messa in atto da Richard Russell è irrequieta, drammatica. Dal canto suo, Sam Morton canta, recita, dialoga con tonalità tanto intime quanto aspre, desertiche. "Daffodils & Dirt" è un viaggio nell'oscurità dell'animo umano in cerca di brevi momenti di pace e conforto, un percorso a ostacoli che i due artisti affrontano impavidi, fino a intercettare l'algida e pungente elettronica dei Suicide nella sfuggente "The Little White Cloud That Cried".
C'è purezza e candore, nella musica di Sam Morton. Le canzoni sono oscure ma mai prive di speranza: i tempi ritmici alla Tricky di "Hungerhill Road" sono avvolti da mistero e sensualità, la filastrocca quasi infantile di "Cry Without End" è puro goth-folk, perfetto per un elegante film horror, ed è commovente e disincantata la splendida "Broxtowe Girl", una vigorosa iniezione di dub, trip-hop e ambienti sonori crepuscolari (proprio nel senso di sonorità stile Les Disques du Crépuscule) che si avvale di due presenze prestigiose: Alabaster DePlume e Ali Campbell.
DePlume è protagonista anche della tracimante "Let's Walk In The Night", un lunare dream-pop dal passo felpato e seducente che sembra uscire da "Walking Wounded" degli Everything But Girl, ed è sempre il sassofonista inglese il responsabile della pagina più evocativa e nostalgica del lotto: la tenue e romantica "Loved By God" che chiude l'album citando senza timori l'intramontabile "Unchained Melody".
In egual misura austero ed etereo, "Daffodils & Dirt" è un contenitore di delizie fuori stagione. L'incantevole melodia naif di "Purple Yellow", il solido groove ritmico alla Massive Attack di "Kaleidoscope", addomesticato da una melodia da crooner e graffi rap, l'atmosfera sospesa e quasi lynchiana della dolcissima "Cry Without End" e le dissonanti e magiche note che fanno da sottofondo al monologo spoken-word di "The Shadow" sono solo alcune variabili di un progetto che a ogni ascolto svela nuove raffinatezze armoniche e strumentali.
Ma la vera perla del disco è il terrificante dub-house psichedelico di "Double Dip Neon", brano che sintetizza in maniera egregia la costante sensazione di bellezza e terrore che agita i testi, ricchi di fugaci e nitide immagini tra passato e presente.
Eclettico, compiacente, graffiante e scomodo quanto basta, il disco di Sam Morton e Richard Russell è un enigmatico labirinto di suoni e idee che trasforma la rabbia in poesia e la grida in canto. Una rivelazione.
20/07/2024