Tredici variazioni su tema, un’elasticità ritmica e una surreale architettura strumentale, oltre una straordinaria e originale interazione tra elettronica e rigidi canoni jazz: questo è il vibrante contenuto di “Small Medium Large”. Josh Johnson (sax), Gregory Uhlmann (chitarra), Anna Butterss (basso), Jeremiah Chiu (synth) e Booker Stardrum (percussioni) creano paradossi creativi ed emotivi concentrandosi sulla fluidità del ritmo e della tensione, creata dall’attrito tra differenti germi sonori e culturali.
L’album degli SML mette in fila Teo Macero e Manuel Göttsching con una lucidità impressionante, rispolvera le ormai vetuste cadenze afrobeat restituendo loro azzardo e insolite profumazioni no-wave e industrial (“Industry”) o riscoprendone la natura di antesignane del funky e del free-jazz (“Feed The Birds”). La predilezione per il ritmo non è funzionale a una natura ballabile delle composizioni, i groove sono in perenne sviluppo, ipnotici ma mai costanti, i tredici tasselli di “Small Medium Large” sono tanto diversi quanto funzionali a un'unica e omogenea fruizione di un progetto che non disdegna dissonanze (“Chasing Brain”) e orecchiabilità (“Search Bar Hi Hat”), flirtando con maestria tecnica (“Greg’s Melody”) e con accordi fuori fase (la già citata “Feed The Birds”) con egual intensità e candore.
Difficilmente ascolterete nei prossimi mesi o anni un disco poliedrico incline all’esplorazione e alla reinvenzione come l’album degli SML. Il ronzio free-jazz di “Chasing Brain”, il tremolante tributo in chiave elettronica a Herbie Hancock di “Herbie For Commercials” e l’irrequietezza ritmica di “Three Over Steel” hanno ben poco in comune con le rassicuranti strategie del nu-jazz.
“Small Medium Large” è un disco dalle infinite dimensioni creative nel quale perdersi è non solo facile ma anche rischioso.
20/11/2024