Nato a ridosso degli Settanta grazie ai musicisti nigeriani Fela Kuti e Toni Allen, l’afrobeat è oggi più attuale che mai. La sua fusione di funk, jazz e dinamiche botta-e-risposta tipiche dell’Africa Occidentale, già alla base della “svolta world” dei Talking Heads, è il modello per una nuova esplosione di stili. Da qualche tempo tornato in voga in Nordamerica con formazioni come Antibalas e Souljazz Orchestra, negli ultimi anni è col nu jazz il riferimento numero uno per la giovane e caleidoscopica scena jazz londinese.
La compilation guida all’esplorazione di questa variegata costellazione musicale, con le sue continue reinvenzioni ritmiche e le fulminanti sventagliate di fiati che ne rendono il sound immediatamente riconoscibile. Lo fa a partire dai molteplici progetti del sassofonista Shabaka Hutchings e del batterista Tom Skinner, sempre a cavallo tra jazz, ritmi urbani e rivendicazione sociale. Sons Of Kemet, Melt Yourself Down, The Comet Is Coming sono nomi ben noti al giornalismo musicale e al pubblico della musica indipendente, anche grazie alle loro frequenti incursioni elettroniche, psichedeliche e post-punk e all’energia dirompente dei loro live.
Ma la scena londinese è molto più ricca, con formazioni campioni di streaming come Kokoroko ed Ezra Collective e personaggi dai percorsi stimolanti come il batterista Moses Boyd e il tubista Theon Cross, sempre all’esplorazione di nuove possibilità espressive. La rinascita afrobeat è poi un’influenza inevitabile per una serie di artisti eclettici, non riconducibili strettamente al filone ma prontissimi a integrarne gli stilemi nel proprio sound cosmopolita. Nubyia Garcia, Nubiyan Twist, Yazz Ahmed, Ill Considered e i veterani Heliocentrics combinano una pluralità di linguaggi musicali, dalla musica afro-cubana allo spiritual jazz passando per ritmiche hip-hop e richiami nostalgici, dando vita a una nuova fusion che ben rappresenta la diversità culturale della capitale britannica.
Infine, la selezione getta uno sguardo anche alle numerose ramificazioni internazionali del sound, spesso sviluppatesi indipendentemente ed espanse in direzioni del tutto proprie. Oltre ai già citati Antibalas (Stati Uniti) e Souljazz Orchestra (Canada), il giro del mondo prosegue col Sudafrica dei Kelektla! (in combutta coi Coldcut), il Brasile multietnico della Nomade Orquestra, il Giappone del progetto Ajate (contaminato con la musica kagura, tipica dei santurai shintoisti). È prevista una tappa anche per l’Italia, coi The Invisible Session di Luciano Cantone (per l’occasione al fianco di Gianluca Petrella) e la psichedelia babelica dei lombardi Al Doum & The Faryds.