Japanese Breakfast - For Melancholy Brunettes (& Sad Women)

2025 (Dead Oceans)
chamber-pop

Michelle Zauner e la sua band non hanno paura dei sentimenti. Sin dal volteggiare di flauti e mandolino che adorna la traccia d'apertura del quarto album a nome Japanese Breakfast, appare evidente un gusto se possibile ancor più dolciastro e malinconico rispetto al precedente "Jubilee". Perché nascondersi? Intonata con buoni propositi e una giovanile innocenza twee, "Here Is Someone" si schiude lentamente sotto lucenti mantelli argentati e fioriture acustiche, inaugurando un ascolto arioso e melodico oltre ogni ingessatura del cantautorato indie.
Registrato a Los Angeles assieme a Blake Mills, e per la prima volta avvalendosi di uno studio professionale, "For Melancholy Brunettes (& Sad Women)" rappresenta quindi un nuovo punto d'arrivo per la band americana, un tassello col quale posizionarsi tra Mitski, Clairo e Lucy Dacus - qui però calzando la mano verso un suono ancor più barocco e decadente. Non che ci fossero dubbi; titolo e immagine di copertina offrono la perfetta cornice entro la quale racchiudere un canzoniere d'altri tempi. Certo però, stavolta, l'effetto rischia di farsi un filino stucchevole.

Sul singolo di lancio "Orlando In Love", per esempio, aleggia un particolare romanticismo da camera, una trina sonora abilmente stesa sopra uno dei brani più sottili in carriera, anche se certo il videoclip d'accompagnamento aiuta a collocarne l'ispirazione, quasi fosse una timida versione del Perfume Genius di "No Shape". Ben diversa l'apertura a tutta grancassa dell'altra anteprima "Mega Circuit", votata verso un'americana più limpida e roboante - la stessa atmosfera che colora anche l'ineggiante ritornello di "Picture Window", uno dei brani più papabili da portare sul palcoscenico del prossimo tour.
Ma altrove l'ascolto asciuga gli arrangiamenti senza necessariamente alzare le penne; l'assolato languore di "Little Girl", l'ancor più dolciastra "Leda", e la commediola romantica "Winter In LA", compongono un trittico naif che la sola Michelle non sa come elevare. Fa dunque specie assistere all'entrata della tenebrosa voce dell'attore Jeff Bridges su "Men In Bars": un contrasto che vuole richiamare l'intesa tra Nick Cave e Kylie Minogue, anche se il brano non presenta certo la tensione omicida che fu di "Where The Wild Roses Grow". Sul finale "Magic Mountain", il polverìo di archi e chitarra richiama alla lontana un poetico Nick Drake.

Piacevole e meticolosamente elaborato senza perdere d'immediatezza, "For Melancholy Brunettes (& Sad Women)" sa accattivarsi un po' tutti, dagli ascoltatori di una certa età ai giovani tiktoker in cerca del nuovo brano da estrapolare per sottolineare i momenti più nostalgici della propria bacheca. Ma non si può nascondere una vaga insofferenza verso la mancanza di scossoni, foss'anche quei fili elettronici che sollevavano alcuni passaggi del precedente album. Il momento più interessante adesso si riscontra nell'ipnotico mantra shoegaze "Honey Water", brano più lungo e ruggente in scaletta, capace d'iniettare scorie di nervosismo nelle vene di un album altrimenti sempre sul punto di scadere nel lezioso.
Ma anche questo sembra far parte di un gran piano al quale Michelle lavora da anni: travalicare i confini del cosiddetto mercato indie alla volta dell'era streaming con una collezione di bei suoni e buoni sentimenti, sperando magari d'incontrare i favori della già citata Mitski - o dei Sixpence None The Richer di tanti anni fa, per chi ancora li ricorda. La musica dei Japanese Breakfast, insomma, è qui per cullare e allietare senza troppe ombre di mezzo.

27/03/2025

Tracklist

  1. Here Is Someone
  2. Orlando In Love
  3. Honey Water
  4. Mega Circuit
  5. Little Girl
  6. Leda
  7. Picture Window
  8. Men In Bars feat. Jeff Bridges
  9. Winter In LA
  10. Magic Mountain




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