Solo 333 copie in cd con un'elegante confezione vinyl replica, copertina embossed e sette sticker per “Dirt Collector”. Il nuovo album dei Mazut - duo di musica elettronica, industrial, techno, acid e ambient, proveniente dalla Polonia - è un intelligente omaggio alla musica elettronica degli anni 80, un’evoluzione delle espressionistiche e abrasive sonorità dei Cabaret Voltaire, ma anche l’ennesima conferma di una scena europea in continuo fermento.
Paweł Starzec e Michał Turowski mettono in fila la sequenza più variegata e complessa della loro carriera discografica. In questo nuovo progetto sono racchiusi dieci anni di frequentazioni con le ipnotiche sonorità della musica industrial e ambient-elettronica (“The Original Sound”), le fasi più sperimentali della techno (“Casualties Union”) e le velleità della dance-music che rivivono con sembianze sempre più robotiche e meno umane (“Paranoid Park”).
E’ un album da esplorare con cura, “Dirt Collector”. I Mazut indagano le tante possibili interazioni tra uomo e tecnologia con trame sonore inquiete (“The Fountain Of Negativity”), bizzarre e quasi ironiche esasperazioni industrial-minimal (“You Try To Make People Upset, But Nobody Gives A Fuck”), ma quel che impressiona è l’abilità del duo nel tratteggiare con chiarezza e lucidità sonora dei paesaggi musicali complessi, enigmatici e ossessivi (“Ear”, “Shounded In Obscurity”).
Poche le incertezze di un lavoro che supera abbondantemente l’ora d’ascolto, con le ultime quattro tracce che sono peraltro tra le più intense e innovative. Le interazioni tra le mediazioni elettroniche dei corrieri cosmici e le geniali fratture ritmiche della batteria di Daniel Szwed in “Slow Cancelation Of The Future” sono suggestive e terrorizzanti nello stesso tempo. Il pulsante elettro-rock di “Force And Form” è irresistibile, come il canto delle sirene (elettriche).
Con egual fervore la decadente evoluzione della title track scivola verso una malinconica angoscia dai toni apocalittici, mentre il geniale flusso di loop, synth decelerati e voci di ”Eye" fa calare il sipario su un progetto che forse non aggiunge molto a quanto già espresso in questo ambito stilistico, ma i Mazut meritano senz'altro attenzione.
08/10/2025