Oklou

Choke Enough

2025 (True Panther / Because)
elettronica, trance

Che Marylou Mayniel avesse uno spiccato talento per il sound-design era fatto già acclarato da tempo. Forte di un culto montato nel corso degli anni, “Galore” ha messo in luce tutta la creatività nella gestione e nella manipolazione del suono da parte della musicista e compositrice di Poitiers, per un mixtape dal fascino notturno, elusivo, tanto forte nell'esprimere suggestioni recondite quando abile nel dotarle di una struttura più compatta, vicina ai richiami dell'r&b e più in generale della comunicazione pop. Avere d'altronde solidi studi classici alle spalle e una pletora di riferimenti che spaziano dai Dälek a James Blake (e, perché no, anche alla natura circostante) può aiutare molto ad ampliare gli orizzonti e ridefinire le possibilità di suoni e contesti. Niente di più evidente in “Choke Enough”, album d'esordio che vede Oklou viaggiare su binari in costante intersezione, dove l'elettronica hi-tech di inizio millennio interseca la disciplina della composizione barocca. Ne deriva un incontro-scontro tra secoli e universi che ha il taglio sovradimensionato della più incantevole avventura quanto un'inesorabile attitudine intimista, propria di chi molla la festa sul più bello perché ha esaurito da un pezzo le batterie sociali.

D'altronde il club sa e può essere una questione mentale, prima di ogni altra cosa. Mayniel fa di tutto per ricordarcelo, a partire dal modo in cui modula la voce, mai su di giri, mai più di un mormorio, ora colto a intonare una piccola melodia, ora più vicino alla catatonia da doomscrolling compulsivo.
Non per questo il lavoro risulta poco accattivante: Oklou popola gli spazi della sua discoteca personale lavorando di fino sui beat, sul carattere evocativo del suono, capace di muoversi in lungo e in largo nel tempo senza per questo risultare scollato, anacronistico. Dietro le nebulose soniche di “Endless”, tra i rari momenti di rarefazione ritmica, si individua un universo dalle forti tensioni interne, in cui ogni brano muta costantemente, spesso senza assumere una forma definita.

I flauti sintetici che introducono al motivo principale di “Thank You For Recording” piroettano leggiadri attorno a un asse portante che si fa man mano più deciso, sostenuto da stacchi glitchati e pulviscoli digitali vari, mantenendo intatta la loro leggerezza. E così “Obvious”, dacché pare avviarsi verso le forme più espanse dell'r&b, non impiega neanche un minuto per tramutarsi in cantata rinascimentale, festa in maschera da celebrare rigorosamente in cuffia.
A momenti l'esperienza si fa rocambolesca, al confine col videogioco (le trombe subacquee che caratterizzano “ICT”, pescate da chissà quale livello segreto di “Sonic”), altre volte il disegno tende a ridefinire il suono classico di casa Pc sfruttando vibranti ostinati melodici (“Take Me By The Hand”, che fa propria la lezione bubblegum di Hannah Diamond rendendola ancora più cristallina).

Oklou controlla e gestisce ogni scelta senza porsi mai limiti, armonizza ciascun brano in un insieme che fluisce composito ma organico, rendendo plausibile la compresenza di anthem trance come l'eccezionale “Harvest Sky”, ricordo vivissimo di gioventù e picco di euforia della collezione, e raffinate chiusure folktroniche (“Blade Bird”, come una Eartheater sospesa nell'etere). Morbidissima e allo stesso tempo dotata di esplosivi colpi mancini, l'autrice francese assorbe tutte le tendenze elettroniche degli ultimi anni per restituirne un'immagine diacronica, in un dialogo surreale (e proprio per questo elettrizzante!) tra secoli e contesti. Siete soffocati a sufficienza?

24/02/2025

Tracklist

  1. Endless
  2. Thank You For Recording
  3. Family And Friends
  4. Obvious
  5. ICT
  6. Choke Enough
  7. (;´༎ຶٹ༎ຶ`)
  8. Take Me By The Hand (ft. Bladee)
  9. Plague Dogs
  10. Forces
  11. Harvest Sky (ft. Underscores)
  12. Want To Wanna Come Back
  13. Blade Bird




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