"Forever Changes" dei Love e "The Village Green Preservation Society" dei Kinks: due capolavori del pop più raffinato targato Sixties, al centro della nuova puntata di Rock in Onda, il programma condotto da Claudio Fabretti che torna tutti i mercoledì dalle 12 alle 14 sulle web-frequenze di Radio Città Aperta (www.radiocittaperta.it).
Dal prisma versicolore, venato di psichedelia e tardo beat, della band di Arthur Lee alle cartoline da un'Arcadia britannica perduta dei fratelli Davies: viaggio in due opere cruciali del pop degli anni Sessanta.
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Love - Forever Changes
The Kinks - The Kinks Are The Village Green Preservation Society
Arthur Lee, voce e chitarra, talentaccio dei Sixties con l'ambizione – perennemente frustrata - del motivo da classifica, trovò con i Love (e in special modo con Bryan Maclean, chitarra e voce), la formula giusta per mettersi in luce. Non arriverà la gloria della top ten, ma tre dischi impregnati di psichedelia, flamenco e tardo beat, a cui seguiranno apprezzamenti di critica e pubblico, una puntuale tossicodipendenza e un'inevitabile crisi: la storia dei Love si chiude con la tormentata incisione di "Forever changes": è un prisma versicolore a cui forse manca il "dark side" floydiano, ma che non difetta certo in visionarietà (magari più accomodante e un po' meno insidiosa), forte del suo mix di acerbe suggestioni beat (Stones e Kinks) e di trip elettroacidi alla Byrds bagnati nello stupore estatico di una latinità sensuale e decadente.
L'ascolto di "Forever Changes" dona un senso di vertigine: la delicatezza dell'arpeggio introduttivo di "Alone Again Or" scivola rapidamente in una portata a base di flamenco-beat energico e struggente, con l'orchestra a disegnare contorni vellutati e un grande assolo di tromba (di quelli che Stuart Murdoch e soci devono aver ascoltato fino a totale assimilazione) a completare l'opera. Segue la sferzante "A House Is Not A Motel" (che potrebbe essere figlia illegittima di un insospettabile amplesso tra Keith Richards e Roger Mc Guinn), percorsa da una specie di languore trattenuto che si dissolve in un finale ad alto tasso psych, sui binari di due chitarre in fibrillazione e di un drumming perfetto che non ha nessuna voglia di "montare" sulla musica (grazie a dio): di fronte a tanta naturale esuberanza, si fa fatica a credere alle cronache che parlano di session travagliate, con cinque musicisti sfibrati da tossicodipendenze varie.
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Il fil rouge della nostalgia per l'innocenza perduta lega i 15 sketch di "The Village Green Preservation Society", istantanee sbiadite di un'Arcadia britannica popolata da personaggi buffi e anacronistici, che si bamboleggiano con slogan come "God save Donald Duck, Vaudeville and Variety/... God save strawberry jam and all the different varieties" (la title track), che trascorrono i pomeriggi a scattare foto-ricordo in giardino ("Picture Book", "People Take Pictures Of Each Other"), o che si struggono nei ricordi delle amicizie e nel tramonto di un'utopia.
In fondo, non siamo così distanti dall'idealismo che in quegli anni faceva inneggiare all'età dell'Acquario. Solo che è ripiegato su sé stesso, disilluso, e condensato in caustiche vignette di denuncia sociale. Niente a che vedere, insomma, con l'immaginario adolescenzial-ribelle che faceva la fortuna delle rock-band dell'epoca.
Armonie vocali, cadenze trascinanti, chitarre limpide e organetti di strada: la band suona compatta e affiatata, grazie alla guida salda dei Davies e al lavoro dietro le quinte di Peter Quaife al basso e Mick Avory alla batteria.
Village Green: agli albori del Brit-pop, all'apice del Brit-wit, la britannica arguzia di cui i fratelli londinesi resteranno tra i più vividi interpreti. E ora dateci pure orde di emuli più o meno consapevoli (dai Blur in giù), dateci pure i turisti americani, ma Dio ci preservi per sempre il Villaggio Verde... God save the Kinks!
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![]() | Scaletta del programma |
2. A House Is Not A Motel 3. Andmoreagain 4. The Daily Planet 5. Old Man 6. The Red Telephone 7. Maybe The People Would Be The Times Or Between Clark And Hilldale 8. Live And Let Live 9. The Good Humor Man He Sees Everything Like This 10. Bummer In The Summer 11. You Set The Scene
1. The Village Green Preservation Society |