Pietro Scaramuzzo

Tom Zé. L’ultimo tropicalista

Autore: Pietro Scaramuzzo
Titolo: Tom Zé. L’ultimo tropicalista.
Editore: Add Editore
Pagine: 336
Prezzo: 18 euro

tomze_cover_web409x596_02Tom Zé lo meritava. Meritava un libro in cui venisse fuori tutta la sua umanità, tutta la sua voglia di sperimentare soluzioni sonore sempre nuove, tutto il suo desiderio di trasformare gli oggetti in strumenti da cui ricavare musica.
Come recita il sottotitolo di questo splendido lavoro di Pietro Scaramuzzo (giornalista italiano da tempo residente in quel di Lisbona e creatore del portale “Nabocadopovo”, dedicato alla musica e alla cultura brasiliana), Tom Zé è l’"ultimo tropicalista", l’esponente più curioso e probabilmente più lungimirante del tropicalismo, quel movimento insieme musicale e culturale che, a cavallo tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio del decennio successivo, cercò di dare una scossa a un paese, il Brasile, impigliato nelle maglie di un tradizionalismo esasperato dalla recente ascesa al potere della dittatura militare.

Frutto di lunghi anni di confronto e di interviste che Scaramuzzo ha condotto con l’ormai ottantatreenne musicista originario di Irarà, una cittadina dello stato di Bahia, questo libro è non solo l’introduzione perfetta per entrare nel mondo di uno dei musicisti brasiliani più affascinanti di sempre (e anche, per lungo tempo, uno dei più sottovalutati, almeno fino alla sua riscoperta, avvenuta nella seconda metà degli anni Ottanta grazie all’interessamento di David Byrne), ma è anche un gran bel romanzo di formazione, scritto con quella passione e quella competenza necessarie per evitare lo schematismo e le banalizzazioni che inficiano la qualità media di gran parte delle biografie a carattere musicale.
Seguire le vicende di Tom Zé significherà, quindi, gettare un occhio ravvicinato alle vicende politiche e culturali più importanti che hanno caratterizzato la storia del più grande paese del Sudamerica. Significherà, inoltre, incrociare il percorso del direttore d’orchestra e compositore Hans-Joachim Koellreutter, dei seguaci della poesia concreta, dell’artista Hélio Oiticica, del “Manifesto antropófago" di Oswald de Andrade, del Cinema Novo di Glauber Rocha, del Teatro dos Novos e di tante utopie e speranze che, in un modo o nell’altro, influenzarono il creatore di strumenti musicali sperimentali (i cosiddetti “instronzementos”), il profeta dell’"era del Plagiocombinatore", nonché l’autore di dischi fondamentali della musica brasiliana quali "Tom Zé" (1996), “Estudando o Samba” (1976) e “Correio da Estação do Brás” (1978).

Diversamente dalla bossa nova, la Tropicalia è cosa di Tom Zé. Non solo ha preso parte al movimento: è stato lui a realizzare le opere più ambiziose perché il tropicalismo fosse caratterizzato. (...) Tom Zé si è occupato delle questioni centrali
(Caetano Veloso)