Stefano Solventi

Nastri

Autore: Stefano Solventi
Titolo: Nastri
Editore: Eretica Edizioni
Pagine: 170
Prezzo: Euro 14,00

Polly è una ragazza che ha ricevuto un’eredità particolare: il padre le ha lasciato sul punto di morte delle musicassette, dei nastri con qualcosa registrato. Siamo nel 2052 e vent’anni prima l’Europa è stata teatro di una catastrofica epidemia, la Lussemburghese, che ha ucciso milioni di persone. Polly non sa neanche cosa siano delle musicassette: la musica rock è stata bandita molti anni prima, ed è consentito soltanto l’ascolto di musica “neutralizzata”, in quanto il governo ritiene che l’elettricità e le distorsioni prodotte dagli strumenti musicali possano causare danni cerebrali irreversibili, anche se parte della popolazione nutre seri dubbi sull’attendibilità della ricerca. Quindi niente più rock, jazz, blues, soltanto musica classica e sottofondi il più possibile innocui.

Grazie a Sam, una vecchia amica del padre, Polly ricostruisce la vita del genitore, venendo a scoprire che suonava in una cover band che si esibiva illegalmente in un locale, il Beggars, ritrovo di un pubblico che si riuniva in gran segreto alla ricerca delle vecchie vibrazioni del rock’n’roll. In quelle musicassette ci sono canzoni che Polly non ha mai sentito prima, ma che lentamente le fanno scoprire una parte dell’identità del padre, che lei ignorava completamente. Inizialmente la ragazza prova indifferenza, persino repulsione per quei “rumori” che alle sue orecchie suonano completamente nuovi, ma a furia di ascoltarli di nascosto, quegli oggetti inizialmente privi di significato smuoveranno qualcosa dentro di lei, come una nuova lingua prima sconosciuta.

Qualcuno ha intenzione di acquistare quei nastri, magari per far tornare in circolazione in maniera sotterranea e carbonara la vecchia musica rock, che i giovani non hanno mai ascoltato ma gli ultra cinquantenni ricordano molto bene. “Nastri” è una storia di musica e sulla musica, l’ennesimo atto d’amore verso le sette note realizzato da Stefano Solventi, giornalista e opinionista musicale fra i più brillanti e preparati, già autore – fra le altre cose - di un saggio su PJ Harvey (il nome della protagonista non è certo casuale…). Solventi crea una favola agrodolce, surreale solo in parte: gli scenari futuristici ipotizzati sono opera di fantasia, ma pagina dopo pagina ci si impersona così tanto nelle situazioni, da ritrovarsi quasi scollati dalla realtà, immersi totalmente in uno scenario che potrebbe ricordare la penombra dei dischi di Burial. Alla fine se ne esce un po’ storditi, e si tira un sospiro di sollievo all’idea di poter prendere in grande libertà un vecchio vinile o un cd e inserirlo nel lettore, senza dover essere perseguiti per tale scelta. Magari mettendo su qualcosa di Nick Cave o di Jonathan Clancy, omaggiati dall'autore all’interno del testo.

Stefano Solventi su OndaRock

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