13/04/2014

Joan As Police Woman

Auditorium Parco della Musica, Roma


Sold out la Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica di Roma per una delle tappe italiane del tour 2014 di Joan As Police Woman, la creatura musicale di Joan Wasser, che si presenta questa sera in un’impeccabile formazione a quattro, con tastiere, chitarra e batteria, più il basso aggiunto in una parte della scaletta. Più lei, polistrumentista esperta e raffinata, impegnata prevalentemente al synth, ma che non di rado si dedica anche alla chitarra elettrica e al violino, con il quale regala momenti di grande emozione. Ma è la sua voce a far restare tutti di stucco, una voce in grado di tenere la scena anche da sola o accompagnata da un sottile tappeto di tastiere, superba sia nei registri soul, sia in quelli più canonicamente rock.

Dal vivo gli arrangiamenti si fanno un tantino più sostenuti rispetto ai lavori in studio, e il centro della scena è preso saldamente dalle composizioni dal recente “The Classic”, un album nel quale la Wasser crede fermamente, visto che viene eseguito per intero durante la serata: dieci brani sui sedici complessivamente proposti. Si tratta di un disco che nella riproposizione live acquista ulteriori punti, anche se deve essere ancora ben digerito da parte del pubblico: gli applausi più sinceri arrivano infatti in corrispondenza degli episodi più datati, quelli maggiormente consolidati nel gusto degli ascoltatori.

Dopo le prime quattro tracce, tutte nuove e in grado di abbracciare uno spettro sufficientemente ampio di generi e sfumature, tocca a “The Ride” rappresentare il primo ripescaggio dal passato, dall’esordio “Real Life”, anno 2006, dal quale poco più avanti Joan riproporrà anche “Feed The Light”. Intorno a metà concerto la tensione si scioglie e la signora Wasser concede più di qualche sorriso al pubblico, regalando persino un brano inedito: “Magic Lamp”.

Joan e compagnia sanno sfoderare un piglio rock (il sonico finale di “Good Together” è roba da rock band di grande spessore) e dar vita a incalzanti quadretti soul (le irresistibili “Holy City” e “Shame”), ma anche adagiarsi su melodie notturne (“Stay”), osare ritmiche in levare (“Ask Me”) e colpire l’attenzione con arrangiamenti tutt’altro che scontati (bello il gioco di corde stoppate che caratterizza “New Year’s Day"). Purtroppo, come spesso accade, il pubblico dell’Auditorium rimane un tantino ingessato, e nonostante con “Shame” e la bellissima “The Magic” (forse lo zenit dello show, non a caso scelta per concludere la prima parte) i ritmi si impennino, tutti restano immobili e seduti a contemplare i musicisti.

I bis si aprono con la briosa “Witness”, ma il tripudio è raggiunto con la simpaticissima esecuzione di “The Classic”, resa solo con le voci, senza apporto di strumento alcuno, con i quattro musicisti che fanno il verso (anche nella gestualità) ai classici gruppi di vocalese. Un modo ironico e divertente per congedarsi dal palco, lasciandolo nelle mani della sola Joan Wasser che chiude la serata con “Your Song”, solo voce e piano. E siamo davvero in buonissime mani. Dopo cinque album importanti e prestazioni live di una simile bellezza, è impossibile oggi non considerarla fra le voci femminili più complete e autorevoli della scena musicale americana contemporanea.