09/11/2017

HÅn + Lamb

Locomotiv, Bologna


A distanza di più di vent'anni dagli esordi (l'album omonimo è infatti del 1996) e dopo un pausa durata cinque anni – periodo in cui Lou Rhodes si è dedicata alla carriera solista – i Lamb tornano sui palchi di tutta Europa con una folta serie di concerti. Dopo “5” del 2011 e l'ottimo “Backspace Unwind” di tre anni fa, il duo di Manchester dimostra di voler far sul serio, dando sostanza ad un ritorno che non è mera riesumazione ma volontà di produrre nuovo materiale ed andare in tour costantemente. Il Locomotiv, come sempre sensibile a tali eventi, accoglie Andrew Barlow e Lou Rhodes in una serata autunnale, ed è fin da subito il pubblico delle grandi occasioni ad accogliere la band.

In preparazione del live principale, si accomodano sul palco gli italiani HÅN, progetto della giovanissima Giulia Fontana. Confessando la totale estraneità all'esistenza di questo solo project prima di questo live, per chi scrive il suono si attesta su un prezioso connubio fra i candori post-pop degli XX e certe tentazioni post-rock misti ad elettronica. Nonostante ad un'attenta analisi si noti una certa approssimazione nell'esecuzione dal vivo delle canzoni, è indubbia – anche dando un ascolto ai pezzi su disco – la qualità di fondo che ispira questa ragazza ed il suo compare. Belli i suoni e la voce, da rivalutare ed ascoltare in futuro.

Andy Barlow e Lou Rhodes si presentano sul palco dopo il tempo del cambio palco ed è subito una grande emozione. La teatralità del vestito e relativo copricapo con cui la Rhodes si accomoda al centro del palcoscenico ricorda la delicatezza dei primi videoclip (vedi “Gorecki” o la stessa “Gabriel”), mentre Barlow si mostra più un animale da djset con canottiera e urli di incitamento. Ed è proprio questa discrasia fra due anime all'apparenza opposte ad animare una musica enormemente complessa e significativa. Riascoltando adesso pezzi del passato risalta sempre più quanto la musica dei Lamb sia stata un perfetto crocevia degli anni 90, raccogliendo l'ondata trip-hop, non limitandosi a cavalcarla ma storpiandola con breakbeat, drum'n'bass, inflessioni folk e un'innata anima pop. Tutte queste considerazioni, solo all'apparenza ovvie, sono confermate da un live che raccoglie ogni singola ispirazione e la mette in pratica.

La formazione è composta oltre al duo sopracitato, da un capacissimo e poliedrico batterista danese, da una violinista, un contrabassista (fantastico il suo strumento in legno!) e da un trombettista. Questa folta schiera di musicisti permette all'esibizione, la quale sfiora le due ore di durata, di spaziare fra momenti più concitati e ballabili, sospensioni strumentali e soffici episodi in cui la voce femminile la può fare da padrone, fra cui chiaramente svetta la magnifica “Gabriel”. Dando spazio a tracce mai eseguite dal vivo provenienti dal primo disco omonimo, l'esibizione tocca vette di eccellenza e sorprende per la resa sonora, in cui risalta la purezza della voce della Rhodes e le straordinarie capacità da produttore e musicista di Barlow il quale suona dal vivo praticamente tutto, dalle tastiere, al campionamento della voce fino agli effetti dei vari strumenti. Non manca davvero niente e risulta soddisfatto il fan accanito e l'avventore casuale in cerca di nuovi stimoli sonori.

Come congiunzione fra passato e futuro c'è il nuovissimo singolo “Illumina”, apripista per un un eventuale nuovo disco e posto a conclusione della serata, che prosegue le tentazioni electro-pop, dando spazio al lato più movimentato senza mostrare stanchezza o banalità. Ed è qui che il concerto termina con la speranza e la promessa che non sia assolutamente finita qui la carriera di una della più importanti band dell'ondata trip-hop.