Olen'k

Silently Noisy

2005 (Cold Meat Industry / Audioglobe)
dark-wave
8

Nati nel 1999 a Limoges, gli Olen'k giungono solo quest'anno al loro debutto sulla lunga distanza dopo una gavetta che ha fruttato qualche apparizione in varie compilation e un Ep autoprodotto. Tanto è bastato a questo assortito quartetto (composto da Elise Montastier, autrice degli intensi testi, e Cécile Gonzales al canto più gli strumentisti Patrice Debet e Manuel Costa) per guadagnarsi un contratto con la prestigiosa Cold Meat Industry, riservandosi così il titolo di curiosità dell'anno, almeno per il pubblico che segue con interesse l'evolversi dell'universo "dark". E dopo l'ascolto di questo "Silently Noisy", i quattro transalpini passano all'istante da oggetto misterioso a rivelazione dell'anno, forti di una proposta di tale bellezza e originalità da far sì, per una volta, che per recensirli non si abbia bisogno di stare a scervellarsi e tediare il lettore con i soliti paragoni e paralleli con questo o quell'altro "grande nome" passato, o peggio ancora di starsi a inventare definizioni cervellotiche per la musica che scorre nelle undici tracce di questo meraviglioso album.

Va bene, un nome del passato facciamolo, i Minimal Compact, e via. Sì, gli Olen'k possono richiamare alla mente l'esotico ensemble di cui fu padrino Colin Newman in certi loro preziosi intarsi melodici e ritmici. Ma le strade battute dai quattro francesini sono in realtà ben altre e, se non del tutto inedite, sono quantomeno finora poco esplorate. Viaggiando all'incrocio tra quanto di più ricercato abbiano offerto le esperienze wave e trip-hop, con spruzzate di world-music qua e là, la musica degli Olen'k vive soprattutto di creativi, magnifici contrasti: tra le due voci innanzitutto, con Elise e Cécile che stanno l'una all'altra come la notte sta al giorno... e poi il delicato e miracoloso equilibrio tra strumenti acustici inconsueti, pescati da lontane tradizioni folk, nord-africane perlopiù, e i suadenti ritmi e arrangiamenti elettronici cesellati dal tastierista Patrice Debet.

Formula che a parte qualche episodio appena più prevedibile (la pur gradevolissima "Obscura Lua") dà vita ad autentici gioielli, su tutti la straordinaria "Season Of Tears", uno di quei brani di cui bisogna parlare a mente fredda, lontano dall'entusiasmo che si prova ad ascoltarla, altrimenti troppo alto sarebbe il rischio di esagerarne la reale portata. Passato lo shock (e gli ascolti reiterati) di "Season Of Tears", gli Olen'k ci conducono in atmosfere che si fanno ora più oscure ("How Hard" e la pulsante, bellissima "Ego"), ora più dilatate ("Insomnia"), e lungo la strada il gruppo mostra uguale disinvoltura tanto con l'elegante danza electro di "Divided" che con il minimalismo gelido di "The Bar". E c'è spazio anche per un perfetto potenziale singolo, ma di più, un potenziale inno, come "She's Dead", altro capolavoro, e vetta emozionale dell'album, che si chiude con la suggestiva "Rève Eveillé" e l'eloquente "Silencio", senza tradire il minimo segno di stanchezza nonostante i 55 minuti di durata.

"Silently Noisy" è un debutto folgorante, costruito con cura e ispirazione, che offre risultati artistici e formali di altissimo livello. Chi saprà trovarsi in sintonia con i loro colori indefinibili avrà a disposizione un nuovo disco-cult, da ascoltare e ri-ascoltare.

Tracklist

  1. Season Of Tears
  2. How Hard
  3. She's Dead
  4. Ego
  5. Insomnia
  6. Divided
  7. Obscura Lua
  8. The Bar
  9. Delhi
  10. Rève Eveillé
  11. Silencio

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