Chantalle

Denti Bianchi

2006 (cd-r)
alt-folk

"Il sale nel caffè, due colpi di mitraglia, perfino il fai da te, la polizia che sbaglia, i lavori in casa del vicino la mattina, domenica dai tuoi e poi da soli a cena.. ma è meglio che stare con te"

Chantalle non è una filosofastra del nuovo millennio, né una donnina instabile, e nemmeno una cabaret girl. Chantalle "non nasce né artisticamente né fisicamente, sostiene di essere la tenutaria di tutta l'area auto-celebrativa della personalità di ogni maschio moderno, che vedendo frustrata la sua aggressività dall'iper-organizzazione e conseguente comodità dell'era moderna rivolge contro se stesso la propria attenzione."

Questa sorta di innocente egocentrismo e paradossale vanità è la percezione che Chantalle ha di sè, in una mini-bio che spiega lo ragioni del suo essere.
Chiarendo l’equivoco, Chantalle è il chitarrista del primo disco dei Babalot, "Che Succede Quando Uno Muore", ora in solitaria meditazione da parete domestica, nella quale si abbandona a un pensiero del tutto peculiare e sottilmente arguto, il cui giocare si manifesta nel cd-r "Denti Bianchi", dalla geniale e otticamente illusoria cover.
Nell’impossibilità di archiviare il lavoro alla lettera che corrisponda univocamente a un genere, si delinea nitido un pop lieve e trasognato ("L’Uomo del 2500"), che lascia il posto a un allucinato sguardo sul mondo, dal riff accelerato e dal cantato inquietante, vicino alla ieraticità di Giovanni Lindo Ferretti, la cui indignazione urtata torna costantemente nell’album ("Non sei più —Babalot remix").

Quasi nel mezzo, arriva la pacifica dichiarazione di insosteniblità con cui si è voluta aprire questa recensione, chiamata, paradossalmente "Canzone d’Amore", il cui secondo tempo si svolge, su fragile chitarra, in "Tu Sei Meglio di Me", nella descrizione di postumi rassegnati dopo tanto stupore: "Dal centro del ring hai tirato il tappeto, per non contraddirti io sono caduto, mi hai preso la mano mi hai fatto firmare, non ero convinto, volevo aspettare, ma tu ti sei messa a strillare e a gridare perché... tu sei meglio di me, ti dico, tu sei meglio di me...".

Stralunato quano basta per andare istintivamente a pensare allo sguardo strabiliato di Max Gazzè, arriva a chiudere il cuore pulsante del disco "Cond(ab)ominio", quadro di metropolitana follia, che parte in accelerata provocazione ("l’immensa bocca sputa palle colorate, sorride coi suoi denti scintillanti, giù nel cortile i bimbi disperati, i padri tristi e le donne tremanti..."), che si diluisce nella lentezza dell’antitetica immagine ("e poi tutto quanto si fa sopportabile, i figli si calmano, i padri sorridono e le donne si sciolgono"). Nel mentre, una voce nasale e dispettosa dichiara, senza peli sulla lingua: "Non mi piace niente, e non vorrei nemmeno essere qui..", lanciando la provocazione su una base elettronica acida e ben congegnata. E infine una ninnananna il cui sussurrare torna all’iniziale, etereo spleen ferrettiano.

L’ascolto risulta piacevole e capace di stimolare i centri di elaborazione del pensiero con arguta ironia e interessante spirito di osservazione, senza, per questo, cadere, nell’ipercriticismo fine a se stesso, lasciando, così, inalterata la materia più sensibile dell’autore.

24/06/2006

Tracklist

  1. Era meglio
  2. Punti di vista
  3. L’uomo del 2500
  4. Conserve di abitudini
  5. Non sei più
  6. Canzoni d’amore
  7. Curiosità e piacere
  8. Tu sei meglio di me
  9. Con(ab)ominio
  10. Le ipotesi che seguono le tesi in accademia
  11. In-soap-portabile abitudine
  12. La buca del suggeritore
  13. Scherzi di un cervello da prete
  14. Ninna nanna

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