King Me

Happy Happy

2006 (Midfinger)
alt-rock, pop-rock

Quando giungo al termine del faticatissimo ascolto di "Happy Happy", quarto lavoro dei King Me (in realtà realizzato lo scorso anno ma arrivato in Italia solo ora, quando è già pronto il prossimo loro disco, "Guide Down"), sono due le domande che mi viene naturale porgermi. La prima è perchè, in un atto di autolesiosimo acuto, abbia deciso di sottopormi, volontariamente, all'ascolto reiterato di tale inutilità; la seconda è perchè mai qualcuno abbia permesso di inciderla, tendendomi il trabocchetto.

La prima risposta è "Back From War", il pezzo che avevo ascoltato in anteprima. Una dolce ballata appassionata per impennata di chitarra elettrica, con tanto di falsetto spudoratamente yorkiano (il chitarrista e leader Micheal Milo), sincera e ben fatta, che, ahimè, si rivelerà essere l'unico pezzo degno dell’intero disco. La seconda è che i discografici furbetti sperano, con questo terzetto dalle origini olandesi, di accalappiarsi qualche fan dei Radiohead rimpianti, quelli più fruibili dei primi due album. Questo perchè, accanto al canto da denuncia (e per il plagio e per quanto lo stesso sia riuscito in modo pessimo, accentuando marcatamente la famosa cadenza lamentosa), i King Me provano a ricalcarne anche la struttura sonora, miscelando, in un suono corposo, le acustiche e le elettriche, e ripassando qualche riff.

Vien fuori un mezzo disastro. Una sequela di pop-rock piagnoni in modo irritante, completamente sfuocati (e questa pare essere anche una, sciaguratissima, scelta strutturale) e dalla patina indie: tali sono i vari brani cardine, come "Vera" e "Soaps" (la prima un filo composita, la seconda più sputtanatamente radio-friendly). Se un "The Bends" era prevedibilmente fuori portata, il dramma è che lo sia anche un mediocre "Pablo Honey". E a nulla serve giocare un po’ sull’umore, come nella rozza sparata di "The Happy Heather" (vena punk, grugnito e campanelli che citano, sob, gli Stooges) o nella soporifera "Wrong Wrong" (per fiati e acustica).

I difetti, poi, vengono ancor più accentuati quando la band suona più elaborata, come nei riverberi sonnacchiosi della lunga litania di "Perfect" o tra i violini della pumpkinsiana "I'll Go Where the Sun Goes". Tra l'altro i vari arrangiamenti si perdono quasi totalmente, immersi nella scelta di una produzione piena e centrata, che toglie valore al singolo elemento, senza però restituirlo al tutto. L'unica altra canzone che prova a dire qualcosa è "Big Boy Song", rituale acido per scoppi percussivi e intrusioni di corni; ma la costruzione è troppo pretenziosa, e il totale di minuti che si salvano resta fisso a quattro.

Il cerchio va così a chiudersi. I King Me magari saranno "Happy Happy": beati loro, maledetto me

09/02/2010

Tracklist

  1. Vera
  2. Perfect
  3. I'll Go Where the Sun Goes
  4. Soaps
  5. The Happy Heather
  6. Wrong Wrong
  7. Back From War
  8. Rain
  9. You Know I Like Blondes...
  10. Big Boy Song
  11. Light Again

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