recensioni / 2007

Feu Therese

Ça Va Cogner

2007 (Constellation)

elettronica, funk, synth-pop

di Alberto Asquini

7.5

Invito al viaggio. Questo è quello che i Feu Therese vogliono veicolare con il loro nuovo disco. A quindici mesi dal criptico self-titled esce, sempre per l'etichetta canadese Constellation, questo Ça Va Cogner. Ed è proprio dalla Constellation che è lecito aspettarsi ormai, dopo molti anni di onorata carriera, tutto e il contrario di tutto. Certo è anche vero che certi stilemi post ne saranno sempre il marchio di fabbrica. Però, ci sono le eccezioni. E questa è tra le più eclatanti. Difficilmente, infatti, si potrebbe immaginare un disco Constellation che suoni così "poco Constellation". E non nego che, al primo ascolto, mi aveva lasciato molto perplesso. Lo riprendo ora in mano e... mai un riascolto fu così illuminante. Dimeticate tutto, dimenticate gli azzardi avant, dimenticate la voglia di stupire, dimenticate gli immaginari futuribili. Questo è davvero un viaggio, nel passato. Uno stupefacente cambio di rotta.

Sull'intro, però, è stato impossibile cambiare idea: "À Nos Amours" è un funky azzardato e nonsense che nulla lascia se non un amarognolo retrogusto. Ma è dalla seconda traccia che si inizia a fare sul serio: sintetizzatore in primo piano, e nominare Kraftwerk e synth-pop parrà tutto fuorché un azzardo. Ed eccoci allora catapultati nella Berlino degli anni 70, fra Bowie e i genietti di Dusserdolf. Ascoltando "Le Bruit Du Pollen La Nuit" pare d'essere cataputlati nel treno che passa in mezzo all'Europa. E poi ancora il dolce pop, condito da una salsa funky di lievissimo impatto, di "Nada", o gli scenari kraut-rock di "Ferrari En Feu (pt. 2)"...
Ma i Feu Therese si spingono anche più avanti nel tempo nei richiami illustri. Alzi allora la mano chi non ha pensato ai Royksopp ascoltando la bellissima ed eterea melodia di "La Nuit Est Une Femme". Infine, a degna conclusione di un disco sorprendente, arriva l'armonia limpida e dolce di "Laisse Briller Tes Yeux Dans Le Soleil".

I Feu Therese, orfani delle loro primissime radici, tirano fuori dal cilindro un disco che, miscelando funky, elettronica tedesca, kraut-rock, armonia e ambient riesce a emozionare. Avenano ragione, di viaggio si tratta. Allora accomodatevi e lasciate che i vostri occhi brillino davanti allo splendore di questo sole.