Guidare nell’irreale silenzio della città orfana d’abitanti fuggiti in vacanza, illuminato dai raggi congelati di un sole decembrino, e l’autoradio a sussurrare le note di “Untied”. Così lontano dalla quotidiana alienazione, così vicino a generici ricordi d’infanzia eppure palpabili, e un inatteso sorriso a fare capolino. Alle spalle gli indiscussi maestri di un glorioso passato (Beach Boys, Burt Bacharach), e di fianco coloro che la materia la trattano ancor oggi con sapienza, High Llamas e, manco a dirlo, Mercury Rev. Perché è da una costola di questi ultimi che prende vita la delicata creatura The Silent League, già protagonista di un ottimo debut-album, tre anni fa, di cui si parlò inspiegabilmente poco: “The Orchestra, Sadly, Has Refused”.
Si confermano ora, con un garbo e uno stile poco comuni, in un disco che gli amanti del soft-rock e del chamber-pop non potranno permettersi il lusso di perdere.
31/12/2007