Sally Shapiro

My Guilty Pleasure

2009 (Permanent Vacation)
house-pop, italo-disco

Svezia, terra di caldo torpore ambientale, soffici distese di neve e freddo pungente. L’avventura di Sally Shapiro prende il via da Göteborg, città natale di lei e del suo collaboratore e compositore Johan Agebjörn. A tre anni di distanza dal discreto successo del singolo “I’ll Be By Your Side” e del conseguente album “Disco Romance”, l’attesa per un seguito tanto succoso era salita a dismisura. L’uscita di “My Guilty Pleasure” è rimasta in sordina, perché prodotto di nicchia e desueto dal punto di vista stilistico. Chi vuole ancora ascoltare arabeschi italo-disco, plastica synth-etica d’epoca e ardenti profumi house-pop? Nonostante tutto ciò, siamo di fronte a un solido progetto musicale palpitante, la cui passione trasuda da ogni frangente, a prescindere da gusti, giudizi o considerazioni extra-musicali.

L’atmosfera quasi angelica dell’opera riflette il carattere dell’artista, estremamente timido e riservato.
A tal proposito vale la pena citare l’aneddoto riguardo la ritrosia dell'artista nel rilasciare interviste e presentarsi davanti al pubblico. La sua musica è un bocciolo colorato sfavillante, mai completamente dischiuso, tremante di folgore incontenibile. Melodie dolciastre e martellanti, ritmi al limite del techno-pop, dolcezza e profusione di grazia. Il contrasto fra l’aspetto ritmico e passionale e la misura elegiaca di “My Guilty Pleasure” genera una sensazione di piacevole straniamento, al punto da non riuscire a definire una decisa presa di posizione nei confronti di canzoni che paiono sfuggire e riconciliarsi senza freno.
Una commistione d’intenti dancefloor vellutata e mai invasiva. E’ tutta una danza mielosa di colorazioni sbarazzine al synth (“Looking At The Stars”), fantasiose sinapsi con il beat a salire su giostrine metropolitane (“My Fantasy“), impalpabili fraseggi sintetici rigorosamente anni Ottanta (“Moonlight Dance”).

Le tiepide effusioni vocali della Saphiro indurrebbero in apparenza a un ascolto fugace, ma è proprio nella morbida simbiosi voce-ritmo che il disco espande la sua candida seduzione. “Save Your Love” potrebbe sostare nei juke-box di Tokyo, così come in quelli della vecchia riviera. Fra balzi gommosi con tastiere caracollanti ad accompagnare (“Love In July”) e divagazioni deep-house (“Let It Snow”), la giostra continua a girare splendendo rigogliosa.
L‘inebriante giretto armonico di “Dying In Africa” aggiunge altro zucchero nella tazza, prima che la conclusiva “Miracle” non induca la nostra fantasia e il nostro ricordo a una Diana Est in escursione nordica. Applåder!

08/02/2010

Tracklist

1. Swimming Through The Blue Lagoon
2. Looking At The Stars
3. Love In July
4. My Fantasy
5. Let It Snow
6. Moonlight Dance
7. Save Your Love
8. He Keeps Me Alive
9. Dying In Africa
10. Jackie Jackie
11. Miracle 

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