Unthanks

Here's The Tender Coming

2009 (Rabble Rouser)
folk

Raramente un ensemble folk riesce a superare i confini del genere per essere accolto tra i migliori lasciti dell’anno: è successo con “The Bairns”, secondo album di Rachel Unthank And The Winterset, premiato con l’Horizon Award dalla Bbc.
La denominazione più breve di The Unthanks, che accompagna il terzo capitolo del gruppo inglese, segna un ulteriore passo verso sonorità moderne, pur senza incrociare l’elettronica; inoltre, la presenza di una sezione ritmica e l’uso più massiccio di fiati e violini conferisce una solidità molto adeguata alle loro performance live.
 
Due voci sublimi e uniche, quelle delle sorelle Unthank: dura e frastagliata quella di Rachel, più morbida e vellutata, invece, quella di Becky; due talenti naturali che, dopo aver affrontato il folk più classico, hanno sperimentato la contaminazione sonora, toccando vertici sublimi con la rilettura di “Sea Song” di Robert Wyatt nell’eccellente “The Bairns”.
Figura rilevante per l’evoluzione delle sorelle Unthank è l’attuale produttore Adrian MacNally, che cogliendo ombre e luci delle qualità vocali di Rachel e Becky, elabora sonorità moderne con profondi richiami alla tradizione folk inglese. Gli arrangiamenti neoclassici e le influenze della musica della Northumbria (un paese del nord dell’Inghilterra la cui tradizione musicale deve molto alle ballate di folk rurale della Scozia) caratterizzano le suadenti armonie di “Here’s The Tender Coming”.

L’infanzia, la povertà, le donne abbandonate, ovvero i personaggi che occupavano le storie del precedente album, non sono scomparsi, hanno solo cambiato nome e storia, anche se “Here’s The Tender Coming” mostra spiragli e speranze sia nei testi che nelle musiche. La presenza di brani come “Where’ve Yer Bin Dick?”, “Lucky Gilchrist”, “Betsy Bell” e “Because He Was A Bonny Lad” aggiungono brio e verve, seguendo la tradizione dei music hall.
Gli arrangiamenti sempre essenziali restano uno dei punti di forza dell’album, la rivisitazione di “The Testimony Of Patience Kershaw” di Frank Higgins per quartetto d’archi e voci e il suggestivo arrangiamento orchestrale di “Living By The Water” di Anne Briggs sono due esempi della maturità raggiunta dal gruppo.
 
Per gli appassionati di folk sarà evidente una maggiore attenzione alla tradizione scozzese e alle sue sonorità suggestive, anche se al posto delle pipes sono i fiati e i violini a sorreggere il corpo sonoro dei brani, particolarmente riuscite in tal senso la rivisitazione del classico di Ewan McColl "Nobody Knew She Was There", che sviscera le emozioni con un amaro candore che incanta. Stessa intensità per “Annachie Gordon”, un brano tradizionale reso celebre dal grande e misconosciuto Nic Jones: l’interpretazione vocale è una delle più belle di tutto l’album, il ruvido canto di Rachel si stempera nelle angeliche armonie di Becky con risultati superbi.
  
La canzone dei marinai “Sad February” e l’ironica “Not Much Luck In Our House” sono tasselli minori, ma sempre pregevoli, mentre il tono si eleva con la sofferta “At First She Starts”, l’arrangiamento d’archi è gotico e oscuro, più greve di qualsiasi brano di doom-metal che abbiate ascoltato nel 2009.
Le armonie vocali restano leggermente incontaminate dai suoni in “Flowers Of The Town”, personale riscrittura del classico “Flowers Of The Forest”, e nella conclusiva “Here’s The Tender Coming”, graziosa lullaby dai toni corali che chiude con speranza e leggerezza un altro piccolo trionfo artistico dell’ensemble.

"Here's The Tender Coming" è uno degli album-chiave del 2009, la tradizione folk inglese ha ritrovato la forza che la rese protagonista della rivoluzione rock degli anni 70 e le Unthanks sono le sue nuove muse.

29/12/2009

Tracklist

1. Because He Was A Bonny Lad
 2. Sad February
 3. Annachie Gordon
 4. Lucky Gilchrist
 5. The Testimony Of Patience Kershaw
 6. Living By The Water
 7. Where’ve Yer Bin Dick?
 8. Nobody Knew She Was There
 9. Flowers Of The Town
10. Not Much Luck In Our House
11. At First She Starts
12. Here’s The Tender Coming”.
13. Betsy Bell

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