Jen Olive

Warm Robot

2010 (Ape)
songwriter

Jen Olive Nasce in California, ma il suo percorso artistico la conduce ad Albuquerque nel New Mexico, dove si incontra con alcuni affermati musicisti jazz della sua famiglia. Le varie esperienze musicali che accumula trovano voce in alcuni demo e cd autoprodotti, finché un amico non le consiglia di spedire i suoi nastri a Andy Partridge.

Tre anni dopo il contatto con il folletto di Swindon, Jen Olive realizza il suo primo vero album, uno strano mix di songwriting e pulsioni psych-folk-jazz che le architetture ritmiche di Andy Partridge spingono verso una strana forma corporea, che necessita di più ascolti per diventare familiare.
In verità, la sensazione di deja-vu non manca tra le pieghe delle dodici tracce, ma le sonorità sempre in bilico tra calore e freddo glaciale sono la vera novità dell’album, il cantato è spesso fuori armonia per svincolare il tutto dalla mediocrità pop e le soluzioni ritmiche non sono altro che arcane rielaborazioni delle strane soluzioni d’arrangiamento (bottiglie, pietre e giocattoli ) usate da Jen Olive per completare i demo.
Non è difficile trovare nella musica di Jen Olive tracce della elaborata architettura melodica e ritmica di Jane Siberry e anche il candore più intimo di Joni Mitchell, benché a caratterizzare “Warm Robot” siano soprattutto irregolarità e mancanza di toni confortevoli. Sonorità oblique, melodie che si frantumano e si ricompongono senza trovare un corpo melodico centrale, voce e chitarre che straziano graziose litanie folk, che tra strappi psichedelici e brutali scampoli jazz si liberano per pochi attimi di sublimazioni che squarciano il tono criptico dell’album carpendo l’attenzione.

Chitarrista dotata e astuta (“Boulevard”), Jen Olive è solita costruire sequenze di riff che trovano sbocco melodico incastrandosi tra voci e sonorità folk aliene (“Wire Wire”) o si incuneano in morbide sonorità che non lasciano spazio alla distensione “Claustrophobe”.
In tanta sovrabbondanza di stimoli e suoni a volte autorefenziali, Jen Olive centra alcuni perle di songwriting che godono di eccellenti soluzioni d’arrangiamento: “Pieces” introduce un romanticismo sognante e contagioso, “Robot Boy” sembra un brano degli Stereolab dopo una notte di acidi, “Querquehouse” è una delle ballad che vorremmo ascoltare da Joni Mitchell. Ma c’è un solo aspetto che purtroppo non permette all’artista di manifestare tutto il suo ingegno, ovvero una certa riverenza ai modelli stilistici, che impedisce una maggiore personalità dell’insieme.

Il suono obliquo e claustrofobico resta comunque interessante, a volte sembra di incrociare Juana Molina (“Here I Go”) o Kate Bush (“Waffleson's Dream”), e ovviamente il versante più bucolico degli Xtc (“Franscrams!”), ma “Warm Robot” resta un album di well-inspired-songwriting che gode di soluzioni originali e dalle infinite possibilità evolutive, un seme prezioso che stuzzica la fantasia in attesa di frutti più saporiti.

04/12/2010

Tracklist

  1. Boulevard
  2. Robot Boy
  3. Wire Wire
  4. So Funny
  5. Set It on Fire
  6. Claustrophobe
  7. Querquehouse
  8. Pieces
  9. All My Heads Meet
  10. Franscrams!
  11. Waffleson's Dream
  12. Here I Go

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