Massive Attack

Heligoland

2010 (Virgin)
trip-hop

Sette anni. Tanto ci è voluto allo storico ex-trio di Bristol per plasmare "Heligoland". Nel mezzo? Natalità, incomprensioni, progetti paralleli più o meno riusciti, Dj Kicks, colonne sonore e chi più ne ha più ne metta. La dimensione di "100th Window", ad oggi probabilmente sottovalutata, lanciava ombre sinistre sul futuro. E il sole, dopo una lunghissima attesa, ha rifatto capolino nello scorso ottobre, periodo coinciso con la pubblicazione di "Splitting The Atom", Ep che anticipava il nuovo lavoro sulla lunga distanza.

Diciamolo subito: il rischio era quello della montagna che partorisce il topolino. Ma così non è. Per la prima volta un disco dei Massive Attack suona disomogeneo, spiazzante. L'iniziale mantra "Pray For Rain" (si segnala alla voce Tunde Adebimpe, primo tra i tanti guest che arricchiranno il disco), parte compassata per schiudersi progressivamente a un synth sotterraneo. In "Babel", le chitarre imbrigliate nella viscosità del sintetizzatore non fanno spiccare il volo alla calda voce di Martina Topley-Bird, la cui splendida ugola rimane ancorata al suolo.

Il primo gioiello lo troviamo in corrispondenza della terza traccia: la liturgia sinistra di "Splitting The Atom", tra organo e sezione ritmica da battimani, si scioglie nei luccicanti rivoli spettrali della coda finale, tra sintetizzatori e cori attutiti. Gemma di ipnotismo per lisergici viaggi, il trip di "Girl I Love You" si apre a visioni mediorientali, spalancando la strada verso Marrakesh, tra tensione rock e profumi di spezie. Ogni traccia è diversa dall'altra, non c'è trait d'union ben definito e miss Topley-Bird ce lo ribadisce con fermezza: "Psyche" brilla di luce propria, la sezione ritmica rimbalza senza soluzione di continuità, mentre la sua voce plana sulla melodia.

E se "Rush Minute", nel suo classico incedere trip-hop, e "Flat Of The Blade", che ricorda i Radiohead di "Kid A", non brillano certo per originalità, risultando fiacche nel loro incedere, ci pensa Hope Sandoval a lustrare "Paradise Circus", perfettamente oliata nel suo crescere melodrammatico a tinte romantiche.
Sorvolando sulla non-brillantissima collaborazione con Damon Albarn (poca cosa "Saturday Come Slow"), Del Naja e Marshall estraggono dal cilindro l'ennesima melodia di razza: "Atlas Air" stende a tappeto la sua melodia giocata su un perfetto giro di organo, tra tepori sinistri, secco beat e tipico incedere bristoliano, avanzando e incrementando i giri del motore fino a sfociare in una coda trance che illumina la via verso le porte di Nuova Delhi, prima rallentando e poi ri-accelerando in maniera vigorosa.

I Massive Attack sono tornati, non hanno dato alle stampe né il capolavoro né il loro epitaffio. Forse qualche riempitivo di troppo, ma nel complesso "Heligoland" segnala i bristoliani come un gruppo tutt'altro che morto. E di questi tempi è già molto.

05/02/2010

Tracklist

  1. Pray For Rain
  2. Babel
  3. Splitting The Atom
  4. Girl I Love You
  5. Psyche
  6. Flat Of The Blade
  7. Paradise Circus
  8. Rush Minute
  9. Saturday Come Slow
  10. Atlas Air

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