Priska

Eppur ti vedo ancora

2010 (Nota)
folk

"Il pensiero dialettico è il tentativo di spezzare il carattere coattivo della logica coi suoi stessi mezzi"

Theodor W. Adorno

 

Bene osservava Ortega Y Gasset nel suo saggio sulla Musica come vi siano certe musiche, certi pensieri, certe posture, inesorabilmente, innocentemente poetiche che rimangono tali, immutate dal tempo. Immutabili. Prendeva come esempio la primavera e come il sentimento generato dallo spettacolo che la natura offre di sé ogni anno possa venire interpretato e assimilato diversamente, quasi all'opposto, da due musicisti diversi come Beethoven - che nella sua sesta sinfonia ne sottolinea gli aspetti più condivisibili, ovvi e sentimentali - e da Debussy, nel suo "Prélude à l'après-midi d'un faune" ne coglie con animo sensibile gli aspetti più delicati e intensi, profondi e non detti; in un aggettivo, poetici.

Debussy sarà sempre per meno, sarà sempre avantgarde.

 

"L'amore è la capacità di avvertire il simile nel dissimile"

Theodor W. Adorno

 

Dopo il sublime, diafano "La Fureur De Papavoine", inebriato di tinte cremisi sono occorsi oltre due anni a Priska per riordinare appunti musicali, frammenti di vita. Distillate illusioni e data plastica forma a perdonabili peccati mortali, Priska torna a registrare un album che ferma nel tempo dodici nuove canzoni.

Superando molte barriere, vestendo mute palombare per scandagliare fondali di sé, accendendo fiaccole nel verde sottomarino, Ofelia distesa nell'estasi delle acque del fiume.

Mentre le stanze che componevano "La Fureur De Papavoine" vennero scritte a quattro mani con Lino Straulino, poeta carnico e cantautore di singolare intensità, che fu responsabile dei testi, questo "Eppur ti vedo ancora" vede finalmente Priska rompere il ghiaccio con le liriche delle proprie composizioni, raggiungendo nuove vette di intensità espressiva e poetica.

 

"Au delà du temps et de l'espace

Au delà du vent qui soufflé sur la place

J'attends"

Priska

 

Iniziando dal brano che apre l'album, "J'Attends", soffice ballad dal vago sapore folk, è la rivincita delle streghe! Un singolare, personalissimo equilibrio tra testi e musica, piegata a una melodia struggente e forte al tempo stesso. Cantata in francese, melanconica e vissuta. Uno dei brani migliori. Ma davvero difficile la scelta.

Più naïve  sebbene intensa la bella "Maglis Blu" (macchie blu), cantata in lingua friulana, risale al periodo della collaborazione con Straulino, qui autore delle liriche. Così come nell'apocalittica "Bruleront" che segue: elettrica e pulsante.

"Il la Dit", dylaniana,  qui presente in ben due versioni", ancora scritta con Lino, vede nella prima versione arpa voce e percussioni. La seconda, che chiude l'album, vede Priska sola con la sua chitarra. Difficile scegliere la migliore. Due riflessioni teologiche. Layers di voci che sembrano arrivare dal profondo della memoria. Mentre mesopotamiche percussioni, dall'euroasiatico sapore, speziano di cumino la canzone.

Come diceva Carmelo Bene, in teologia si possono fare solo domande. Le risposte non sono date. Quindi non chiediamoci nulla. Più cupa e riflessiva la versione con la chitarra classica, quasi cantata con intento di intima confidenza.

 

"Ayez pitié de moi, Nuit, Souvenir, Silence"

O.V. de L. Milosz

 

"Thelema" appartiene a una classe superiore. Infettata da spezie psichedeliche, chitarre al contrario, rivela letture profonde. Il testo inchiodante è della stessa Priska, come in tutte le canzoni migliori. Un capolavoro che sembra venire da lontano. Pura poesia. Parlare dell'universale per raccontarsi. Parlare di sé per raccontare l'universale.

"Lydian Theme For Piano" è un brano per solo pianoforte a dir poco atipico nella produzione di Priska, ma che rivela le sue straordinarie doti di compositrice e melodista. Un brano che potrebbe essere inserito tra gli opus di Dustin O'Halloran oppure suonato da orchestrali in abito pinguinesco in ambiti coloniali per il ritorno a casa di Corto Maltese dai Mari del Sud.

"Chere Mademoiselle" appartiene ancora a questa classe superiore. Un organo e un sintetizzatore moog pagano il tributo al progressive italiano, la dolcezza infinita di questa stanza ricorda certe canzoni degli anni Sessanta, ancora un uso intelligente e personalissimo della voce, che sboccia come un fiore di loto aprendosi in variopinti petali sui tappeti erbosi di invidiabile intensità poetica. Ancora una volta Priska si rivela quale il miglior paroliere possibile per le proprie canzoni.

"Domenica" quasi uno stomp-blues, ancora una volta sorprende per l'inoculazione di un oboe che ricorda i sinuosi arabeschi della Third Ear Band.

Con la breve, fulminante, intensissima, disperata "L'embrasse" Priska raggiunge i vertici dell'espressione. Pura poetica come Nick Drake, Peter Sinfield, forse Cohen e pochissimi altri hanno saputo rendere in forma di canzone. Credo senza dubbio di potere affermare che sia una delle canzoni più belle e intense che io abbia mai ascoltato. Pura e infinita. Breve e persistente, come i pensieri più profondi.

 

"Herr: es is Zeit. Der Sommer war sehr gross"

Rainer Maria Rilke

 

"Pensée" ancora un notevole brano appartenente alla collaborazione con Straulino così come "La Chouette" che vede pagato il debito morale con l'archetipo ebraico di Lilith, figura demoniaco-essenziale del femminino. Insolita e davvero intelligente "Il y ta lumière qui danse sur la Terre, elle s'appelle "Verité". "Niente di Niente", una bella canzone di stampo più convenzionale, vede le liriche scritte da Alessandro Hellmann.

Un disco di unica bellezza, cantato dalla cantautrice franco-friulana con voce di velluto, bassa tanto da ricordare in alcuni momenti Nico: ballate forte-piano cantate col cuore gonfio di emozione, velato di diafana melanconia, come si addice a un vero, rarissimo animo poetico. Un capolavoro. Un indubbio, importante passo in avanti rispetto a un pur straordinario esordio. Un capolavoro per la musica italiana che potrà diventare un disco raro (stampato in poche copie) per i collezionisti in un probabile futuro nel quale il vero talento abbia il riconoscimento che merita.

18/10/2010

Tracklist

  1. J'attends
  2. Maglis blu
  3. Bruleront
  4. Il a dit
  5. Thelema
  6. Lydian Theme For Piano
  7. Niente di niente
  8. Domenica
  9. Chère mademoiselle
  10. La chouette
  11. L'embrasse
  12. Pensée
  13. Il a dit

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