Alina Orlova

Mutabor

2011 (Fargo)
dream-folk

Poetessa lituana dal patrimonio sonoro cosmopolita, abile scrittrice e interprete intensa e struggente di brani altrui, Alina Orlova con il secondo album "Mutabor" è destinata a sconvolgere i sogni di molte nuove regine del dream-pop.
La particolare attitudine glaciale e fiabesca, che la terra d'origine ha seminato nella sua sensibilità artistica, stravolge molti dei canoni musicali che caratterizzano le sue colleghe europee. Ogni tratteggio sonoro ha la sua importanza in una musica che vive tra luci e ombre, mentre un patrimonio classico e folk evoca la lirica e l'operistica in "Stars" e coinvolge la tradizione popolare russa nell'incisivo folk minimale di "Лихорадка", in cui è solo il piano a conservare una scala tonale tipica.

Alina trascende le fibre armoniche, come una novella Tori Amos, conservando il tocco fiabesco e incantato di Kate Bush e offrendo al pubblico improbabili brani visionari, come la struggente "Širdis" e l'incalzante "Vaikelis".
Nessuna concessione al credo sentimentale di molta musica d'autore: onesto e diretto, il ritratto poetico di Alina Orlova predilige tinte naturali che sfiorano la percezione più intima della sua femminilità. Le strutture armoniche di "Bobby" sono frutto di un patrimonio culturale complesso, l'uso atonale di alcune soluzioni vocali incontra il puro folk lituano materializzando un'incantevole ballata scanzonata e beffarda ("Чудеса"), un'irreale preghiera pagana ("Kibirkštėlė") e un canto ancestrale dai toni crepuscolari con uccelli e civette che duettano con archi e campanelli ("Ajajai").

Un'esortazione dai confini esoterici e magici, questo è il vero corpo artistico di "Matabor", un album che è un'esperienza spirituale, un insieme di suoni liberati nell'aria in attesa di adagiarsi sulle guance e sulle labbra per entrare nella mente come nutrimento mistico, a volte con dolcezza ("Čia"), a volte con insolenza ("Anyway").
Alfine, "Mutabor" è un disco che si dipana tra arrangiamenti minimalisti che suonano maestosi e ricchi, una voce strumento autonomo e armonicamente libero e scampoli di lirica e neoclassicismo europeo che si fondono in una cascata di sonorità familiari eppure inedite.

Suona infatti beffarda e popolana la klezmerica "America", che frantuma l'incanto sonoro solo per pochi minuti, prima che la straziante "Fireflies" e la flebile "Forewa" calino il sipario su una rappresentazione artistica che offre chiavi di lettura molteplici.

12/07/2011

Tracklist

  1. Šilkas
  2. Лихорадка
  3. Stars
  4. Vaikelis
  5. Bobby
  6. Чудеса
  7. Anyway
  8. Kibirkštėlė
  9. Amerika
  10. Ajajai
  11. Čia
  12. Fireflies
  13. Forewa

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