Emanuele De Raymondi

Buyukberber Variations

2012 (ZeroKilled)
modern classical, avant-chamber
7.5

Emanuele De Raymondi è una di quelle figure che è sempre più raro incontrare nel panorama musicale contemporaneo. Compositore nel vero senso del termine, con alle spalle una gavetta fatta interamente di studi classici, il giovane italiano è autore in questo suo primo lavoro – doveroso ripescaggio dell'annata 2012 – di un'importante operazione: adattare le trame dell'avanguardia elettro-acustica agli stilemi più classici della musica da camera.

“Buyukberber Variations” raccoglie infatti dieci formidabili pièces che fanno da collante a un vastissimo insieme di linguaggi: il minimalismo, la musique concrète, l'elettronica sperimentale, l'ambient primordiale, il jazz più “avant”, la chamber music e il classicismo post-romantico, solo per citare i più evidenti. Il disco è costruito su dieci improvvisazioni per clarinetto del turco Oĝuz Büyükberber, registrate dallo stesso all'interno di una stanza vuota con una risonanza di dieci secondi. Su queste, De Raymondi interviene de-costruendo i flussi originari e ri-assemblandoli secondo dieci diverse sfumature, mediante un ampio uso dei campionamenti e un cut-and-paste di suoni e riverberi – questi ultimi spesso trattati elettronicamente.

Il risultato è un disco inseribile in tutto e per tutto nel filone della musica da camera elettro-acustica, dal chiaro stampo accademico ma non per questo accessibile solo ad appassionati e intenditori. I brani si dividono fra elucubrazioni minimaliste (“BV_06”, ovvero Terry Riley cosparso di concretismi à-la-Ivo Malec), oscuri notturni a cavallo fra jazz (“BV_09”, “BV_07” - Necks docet) e cacofonia organizzata (“Bv3”, “Bv5”) e reticoli elettro-acustici più sereni e lucenti (il Robin Fox disarmato di “Bv1”, il mix di Oval e Polwechsel di “BV_04” e i Main più delicati di “Bv10”). Una formula che rievoca in parte i climi più freddi del catalogo ECM – citato, volutamente o meno, anche nell'artwork – in grado di esulare, nonostante la sua natura, da qualsiasi forzatura di stampo intellettuale.

“Buyukberber Variations” è un lavoro complesso e raffinatissimo, che prende per mano le sperimentazioni di gente come Dictaphone o Philippe Petit per applicarle ad un repertorio in stretto legame con la tradizione cameristica europea. La figura di De Raymondi veste contemporaneamente i panni del compositore e del sound designer, tracciando una linea di congiunzione fra l'ormai vastissimo universo dell'elettronica sperimentale e quello, in continua espansione, della modern classical.
Direttamente dall'Italia, un nome proiettato verso un futuro importante.

27/01/2013

Tracklist

  1. BV_01
  2. BV_02
  3. BV_03
  4. BV_04
  5. BV_05
  6. BV_06
  7. BV_07
  8. BV_08
  9. BV_09
  10. BV_10

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