Jozef Van Wissem & Jim Jarmusch

The Mystery of Heaven

2012 (Sacred Bones)
psych-folk, experimental

“Wondrously dead I send all creatures to court
With all their voices as they now sing
When I look upon this great praising
I feel no pain in the sparkling sun of the living godhead”
Mechthild of Magdeburg

In questi ultimi tempi, Jozef Van Wissem è diventato, a ragione, una specie di celebrità nel circuito della musica psych-folk connotata da derive sperimentali.
Concerning The Entrance Into Eternity” ha infatti registrato un ampio consenso sia da parte della critica specializzata che di quel pubblico, ancor più selettivo, che divide i suoi ascolti tra neofolk e drone-doom-metal ma che, al contempo, ricorda con affetto le trame acustiche, egregiamente strutturate, dell’incomparabile John Fahey.
Complice naturale di questo crescente successo raggiunto dal liutista, che ha coronato un paio d’anni or sono il suo primo decennio di carriera “in proprio”, è senza dubbio il suo nuovo amico Jim Jarmusch, presenza ormai fissa, e sicuramente discreta, in sala di registrazione come sul palco.

Il turbine creativo che attualmente investe i due (è già in programma la terza uscita nell’arco di un anno: un Lp intitolato “Apokatastasis”, con composizioni soliste sul primo lato ed eseguite in coppia con Jarmusch sul secondo) ha portato la Sacred Bones Records, etichetta dal fiuto raffinato per le più recenti tendenze del “cool underground” – traducibile come  “sottocultura che vende piuttosto bene” – ad arpionare Van Wissem e il buon Jim, imprigionandoli nel cerchio mistico delle sue produzioni.
E proprio di mistica contemplazione è denso questo “The Mystery of Heaven”, forse in misura maggiore rispetto al lavoro antecedente. Le reminiscenze darkwave di Jozef (che come il collega, agli albori degli anni 80, ha militato in qualità di chitarrista in una band chiamata “Desert Corbusier”) sono distanti anni luce dal piglio sacrale e meditativo di brani come “Flowing the Light of the Godhead” e “The Mystery of Heaven”.

La solennità spettrale di “Etimasia” (termine greco che significa “predisposizione del trono” e che indica un tema ricorrente nell’iconografia religiosa) inaugura e conclude l’album, comunicando l’idea di un inesorabile ritorno a una condizione umana di perenne attesa e preparazione.
I titoli dati alle altre tracce sono un’allusione diretta alla figura di Matilde di Magdeburgo, religiosa e mistica tedesca, nata e vissuta nel tredicesimo secolo, e nello specifico alla sua unica opera “La luce fluente della Divinità” (“Flowing the Light Of The Godhead”, appunto), in cui la visione di Dio da lei ricevuta è descritta con uno stile assolutamente emozionale e inebriato, spiritualmente passionale.
In “The More She Burns The More Beautiful She Glows”, le parole ardenti dell’asceta acquistano nuova linfa vitale grazie all’interpretazione che ne dà l’androgina attrice Tilda Swinton, ospite speciale che fa dono ai due artisti di un breve spoken iniziale, asciutto ma penetrante.

Malgrado l’assenza di pezzi delineati da una forza psichedelica travolgente, come il precedente “The Sun Of The Natural World Is Pure Fire” (divenuto nel frattempo un ipnotico cortometraggio, per la regia di Diego Barrera), gli arpeggi liutistici asciutti ed essenziali di Van Wissem, avvolti nel costante abbraccio estatico dei droni acidi e dei feedback perpetrati dalla Les Paul del regista, restano l’elemento caratterizzante di una formula compositiva che, muovendo dal semplice “incontro” di suoni antitetici, va evolvendosi in una commutabilità progressiva dei ruoli assunti dai due musicisti.
Una commutabilità che, a sua volta, prosegue di pari passo con il consolidarsi della loro amicizia.

25/11/2012

Tracklist

1.    Etimasia
2.    Flowing the Light of the Godhead
3.    The Mystery of Heaven
4.    The More She Burns the More Beautiful She Glows
5.    Etimasia (Reprise)
6.    Flowing Light of the Godhead (Eternal Sun) – (CD Bonus Track)

Jozef Van Wissem & Jim Jarmusch sul web