Barocco, glitch e techno. Che tra i primi due ci sia da sempre un certo legame stilistico è cosa nota, negli anni evidenziata da fior di artisti e perfino filosofi. Nel caso di "Dance Classics Vol. I", però, l'impronta barocca è fortissima e non richiede intellettuali o attenti esegeti del genere per essere notata. Dopo anni di incompromissorie sperimentazioni elettroniche, spesso sulla linea di confine tra avanguardia astratta e trapanamento uditivo tout-court, il giapponese Kouhei Matsunaga approda a forme più eleganti e pulite - "classiche", si potrebbe dire - in cui stratificazioni, incastri, canoni e altri armamentari sei-settecenteschi giocano un ruolo di primissimo piano.
Lontanissimo dai suoni gorgoglianti e informi che un tempo definivano il genere, il glitch di Matsunaga è fatto - come quello degli amici Mat Steel e Mark Fell aka SND - di una gamma discreta di timbri netti e cristallini, del tutto privi di sfumature e modulazioni. Più una versione radicalmente semplificata di techno che un laboratorio di ricerca acustica, insomma - il focus non è sul suono, ma unicamente sulla struttura e le sue ricombinazioni.
29/10/2012