Unto Ashes

Ghost Captured - MMXV

2014 (Projekt)
dark-wave, neo-folk, gothic

L'arte della cover è sempre stata una peculiarità di Michael Laird. Non c'è disco dei suoi Unto Ashes in cui il menestrello newyorkese abbia perso occasione per omaggiare il suo background musicale, quello che lo ha guidato negli anni in una delle avventure più avvincenti e decisive del macrouniverso dark statunitense. Dopo l'exploit dell'ultimo, straordinario “Burials Foretold”, Michael si prende una pausa e decide di riunire in un'unica raccolta tutte le cover seminate nel glorioso passato della sua band. Sono ben diciotto quelle selezionate per “Ghost Captured”, e non manca davvero nessuna delle tante angolazioni da cui è possibile inquadrare il retroterra del sound del gruppo: l'industrial più esoterico, la new wave, il neo-folk, il cantautorato tradizionale, il metal, persino il synth-pop. Nessuna, peraltro, omaggiata servilmente, né riconoscibile al volo in rivisitazioni che in gran parte dei casi ne rivoluzionano letteralmente gli arrangiamenti.

Alla prova di un ascolto lungo ma non per questo impegnativo, svettano sulle altre in principio l'apertura da brividi di una “(Dont' Fear) The Reaper” ambientata in una ipotetica corte rinascimentale, una “The Him” che si trasforma da litania sintetica a liturgia arcana, l'invocazione quasi neoclassica a cui è splendidamente adattata “The Cursing Song” e la conversione del rito funereo di “Ostia (The Death Of Pasolini)” in saltarello à-la-ultimi Dead Can Dance.
I conti tornano senza avanzi, le coordinate da sempre tipiche del marchio Unto Ashes si riconciliano con le loro origini prime. Sul versante gotico, i compari Lycia e gli amici Qntal sono omaggiati rispettivamente per ben due volte: i primi in una “The Kite” di cui viene mantenuto intatto il Dna tantrico e nella danza spiritata di “Tainted”, i secondi in una versione commensale e spolpata di “Palestinalied” e con una più vivace interpretazione di “Frühling” - già su “Grave Blessings”.

Si va invece decisamente più lontani dai canoni con gli inchini al maestro Neil Young e a Tori Amos: “The Needle And The Damage” è intrisa d'oscurità al punto tale da risultare l'episodio più sinistro dell'intera raccolta, mentre “Beauty Queen” viene ridotta a un minuto abbondante di commossa preghiera. Stupiscono meno, forse perché già note, la “The Drowning Man” dei Cure alla maniera dei This Mortal Coil (anch'essa già su “Grave Blessings”), l'irriconoscibile “Fly On The Windscreendepechemodiana in forma di folk ballad (risalente invece a “The Blood Of My Lady”) e i due estratti dal già citato, ultimo capolavoro di due anni fa, ovvero “Kathy's Song” dei Apoptygma Berzerk e la “Runnin' With The Devil” capovolta da sfuriata rabbiosa a carezza soffice. Trattamento analogo è riservato per altro ai due pezzi posti in chiusura, ovvero “One World One Sky” dei Covenant - decisamente la scelta più stupefacente - e “Heartland” dei Sisters Of Mercy.

Idealmente già proiettati nel 2015 - quando dovrebbe uscire il nuovo album vero e proprio - come sottinteso dal sottotitolo in cifre romane del disco, gli Unto Ashes si fermano per la prima volta a contemplare loro stessi, le loro origini, il loro suono e le loro evoluzioni. Non un'operazione necessaria, non un disco fondamentale, ma una meritata autocelebrazione per uno degli act che ha saputo incidere con le proprie sole forze un solco profondo nella storia del dark in senso ampio.

19/11/2014

Tracklist

  1. Don't Fear (The Reaper) [Blue Oyster Cult]
  2. The Him [New Order]
  3. Cavity (1st Communion) [Christian Death]
  4. The Cursing Song [Current 93/Fire + Ice]
  5. Ostia: The Death Of Pasolini [Coil]
  6. The Kite [Lycia]
  7. Beauty Queen [Tori Amos]
  8. Fruhling [Qntal]
  9. Kathy's Song [Apoptygma Berzerk]
  10. Palestinalied [Qntal]
  11. The Needle And The Damage Done [Neil Young]
  12. The Drowning Man [The Cure]
  13. Fly On The Windscreen [Depeche Mode]
  14. Runnin' With The Devil [Van Halen]
  15. The Birds Are Dying [Paul Leary/Butthole Surfers]
  16. Tainted [Lycia]
  17. One World One Sky [Covenant]
  18. Heartland [Sisters of Mercy]

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