Jenny Lysander

Northern Folk

2015 (Beating Drum)
folk

Negli anni 70 la musica folk identificava il viaggio, la conoscenza, la vita comunitaria, il rapporto con la natura e nessun luogo, un nomadismo culturale che partiva dalla conoscenza dell’altro per approdare all’essenza di se stessi. Poi arrivarono i songwriter solitari, gli sconfitti di una generazione, che osservava impotente la leggera dissoluzione di quei principi di libertà e amore che si agitavano in quel fragore collettivo dei raduni hippie.
La solitudine, la sofferenza esistenziale, il dolore e la morte subentrarono nella letteratura folk underground facendola virare sempre di più verso l’isolamento e l’emarginazione. Con l’avvento del lo-fi e delle registrazioni casalinghe, folk e cantautorato sono sempre più inclini alla malinconia e all’introspezione, ma succede a volte che tra le innumerevoli produzioni faccia capolino un raggio di luce.

La vera sorpresa dell’esordio di Jenny Lysander è proprio questo desiderio di condividere la propria dimensione, di aprire uno squarcio nel delicato e flebile mondo del folk contemporaneo, per rimettere in moto la poesia e portarla tra la gente. Jenny è nata a Stoccolma 21 anni fa, ha girato il mondo accompagnata dalle sue canzoni, che scrive dall’età di 13 anni, proseguendo altresì i suoi studi di filosofia cinese e incrociando casualmente Piers Faccini, colpito dalla sua cover di “Time Of Nought” (brano incluso in “Two Grains Of Sand”).
Dopo un Ep, giunge finalmente il suo esordio “Northern Folk”, che, per fortuna dei ritardatari, include anche tre delle quattro tracce del “Lighthouse Ep”.

Un progetto la cui maturità e bellezza lasciano senza fiato: folk music priva di dimensione temporale, gentile e delicata senza mai suonare romantica o superflua. La voce, evocativa e ricca di sfumature, a tratti potrà richiamare alla mente quella di Laura Marling, anche se il pensiero corre verso Ane Brun e Agnes Obel, particolarmente quando prevale il tono più descrittivo e intimista, come nel brano finale “Were We Both Lions?” o nel bisbiglio sottovoce di “Jag Målade Fan På Väggen”.
“Northern Folk” è un debutto che stupisce per l’intensità dei contenuti e delle variabili liriche e armoniche: prendete ad esempio “Mind Me”, una ballata folk che viaggia per oltre due minuti e mezzo su atmosfere criptiche e cupe, appena ingentilite dalle sonorità cristalline del mandolino, per poi concludersi in una danza dai toni solari e mediterranei, o il duetto con Piers Faccini di “Under The Willow Tree”, dove il jazz fa capolino evocando i primi Everything But The Girl.

Lysander mostra autorevolezza e sicurezza nelle ballate più accorate e poetiche come “Blackbird” e “Lavender Philosophy”, dove la semplicità si trasforma in pura bellezza; ma è altresì padrona delle contaminazioni ritmiche, che in “Givin Thanks” viaggiano sulle note di un valzer dal grande impatto emotivo, mentre in “Dancing On The Edge” il fragore multietnico di ritmi e strumenti lambisce la perfezione espressiva.
C’è sempre un perenne senso di magia, come quando la title track prende in prestito luoghi comuni del folk e li trasforma in materia grezza ma cristallina, rinnovando ritualità e poesia con gli stessi ingredienti base della tradizione, alla quale sembra piegarsi  “Arms Wide To The Sky”, prima che le pause e i silenzi la facciano vibrare verso moderne tentazioni chamber-folk.

Ed è questa la vera forza di “Northern Folk”, ovvero la sua capacità di dialogare con il passato restando ancorato alla vita moderna, dietro le sue dodici canzoni c’è voglia di conoscenza e dialogo, qualcosa che manca a molte cantautrici contemporanee. Un album incantevole e ricco di promesse per il futuro.

19/06/2015

Tracklist

  1. A Painter’s Brush 
  2. Giving Thanks 
  3. Dancing On The Edge 
  4. Blackbird 
  5. Northern Folk 
  6. Arms Wide To The Sky
  7. Lavender Philosophy 
  8. Under The Willow Tree 
  9. This Boat 
  10. Jag Målade Fan På Väggen 
  11. Mind Me 
  12. Were We Both Lions




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