Achille Lauro, nome d'arte di Lauro De Marinis (Roma, 11 luglio 1990), è un cantautore, rapper e showman italiano, noto per il suo stile eclettico che mescola vari generi musicali, dalla trap al pop, passando per il rock e l’elettronica. Il suo percorso artistico è caratterizzato da continui cambiamenti stilistici, che lo hanno portato ad affermarsi come uno dei volti più particolari della scena musicale italiana contemporanea.
Achille Lauro inizia la sua carriera musicale nei primi anni 2010 come rapper nel panorama della scena underground romana. I suoi primi lavori sono contraddistinti da sonorità tipiche del rap, ma la sua carriera prende una piega decisiva con l’uscita di "Achille Idol" nel 2014, che lo fa conoscere al grande pubblico. Il mix di linguaggio crudo e tematiche provocatorie, unito a un’attitudine da outsider, gli consente di emergere rapidamente nella scena rap italiana.
Nel 2017, Lauro si avvicina al pop e alla musica commerciale con l'album "Ragazzi madre", che rappresenta un passo importante nella sua evoluzione artistica, con un sound più melodico e accessibile, pur mantenendo una certa trasgressività nei testi. La sua partecipazione al Festival di Sanremo nel 2019 con "Rolls Royce" segna un vero e proprio punto di svolta nella sua carriera. Il brano, che mescola sonorità pop e trap, raggiunge un grande successo e segna la sua definitiva affermazione anche in ambito mainstream. Durante la sua partecipazione al festival, Achille Lauro si distingue anche per il suo look provocatorio e il suo stile eccentrico, elementi che diventeranno un marchio di fabbrica del suo personaggio.
E così Achille Lauro, il pioniere della samba trap, l'amante della Tequila e marijuana, del dinero e delle Maserati, che l'estate precedente aveva fatto ballare tutti con la sua opera fusion "Pour l'amour", torna con un nuovo album, "1969", che si discosta dai ritmi latineggianti e house per aprirsi a nuove sperimentazioni. Il 1969 è un anno rivoluzionario per tanti motivi: l'impianto del primo cuore artificiale, l'arresto di Jim Morrison per atti osceni in luogo pubblico, il matrimonio di Yoko Ono e John Lennon, il primo allunaggio dell'uomo, il Festival di Woodstock, l'uscita dei film "Fellini Satyricon" ed "Easy Rider", per dirne alcuni. E anche Lauro, nel 2019, vuole fare la sua rivoluzione: questo prevedibile cambio di rotta era iniziato con la pubblicazione del brano sanremese "Rolls Royce", una carica di rock che strizza l'occhio al migliore Vasco Rossi e si discosta dalla produzione precedente per sonorità e ritmo. Ed è proprio "Rolls Royce" ad aprire il disco, con il suo climax di chitarre nude e crude che arrivano a esplodere nel ritornello e l'elogio all'eleganza, alla sregolatezza, al lusso più sfrenati. Un pezzo che Morgan ha definito dadaista per la sua genialità e imprevedibilità, e che sicuramente è stato capace di scuotere la scena musicale italiana da un torpore fatto di pop gommoso e tutto uguale. Ottiene un buon successo anche il secondo singolo pubblicato, è "C'est la vie": brusco cambio di registro per dare spazio a un'intimità fatta di dolore e rassegnazione, ricerca di empatia e allontanamento, fuoco e fiamme che distruggono piano piano. Ossimori come "zucchero amaro" vengono utilizzati per descrivere un amore avvelenato, una fiaba in cui la principessa si è trasformata in Lucifero. Faranno, invece, scatenare ai concerti i pezzi "Cadillac" (dalle chitarre ricorda "Personal Jesus"), "Delinquente" e "1969", ritmati e travolgenti allo stesso modo di "Rolls Royce".
Nel 2020, è la volta di "Lauro", un album che segna ulteriormente la sua evoluzione artistica, spingendo sempre di più verso il pop melodico e il rock. L'album contiene singoli di successo come "Me ne frego" e "Bam Bam Twist". Il suo stile musicale, ora meno ancorato alla trap e più aperto ad altre influenze, lo rende una delle figure più in vista della scena musicale italiana, anche se la qualità dei primi lavori resta lontana.
Nel 2021 partecipa nuovamente al Festival di Sanremo con "Domenica", un pezzo che consolida ulteriormente la sua immagine da performer provocatorio e innovativo. La sua provocatoria eccentricità e le sue esibizioni teatrali lo pongono al centro dell’attenzione sia nel mondo della musica che nel panorama dello spettacolo e della moda. I suoi primi dieci anni di carriera vengono raccontati nel docufilm "Ragazzi madre - L'Iliade", mentre nel 2024 viene anche scelto nel cast dei giudici della nuova edizione di "X Factor".
Un anno dopo, è di nuovo a Sanremo con "Incoscienti giovani", preludio al nuovo album "Comuni mortali", con cui l’istrionico Achille Lauro continua la sua corsa nella teatralizzazione della musica italiana, mescolando cantautorato, glam, pop e suggestioni vintage in un impasto che promette, come al solito, tanto ma mantiene troppo poco. L'artista, tanto camaleontico da risultare semplicemente confuso, tenta la carta della profondità autoriale, ma lo fa con una vocalità spesso incerta e monocorde, che fatica a reggere il peso emotivo dei testi. Con i riflettori puntati sul contenuto, poi, è difficile non fare caso alle numerose banalità e alle fastidiose soluzioni retoriche.