Terry Riley

Terry Riley

Terry Riley, classe 1935, è un compositore statunitense ed è riconosciuto come capostipite del minimalismo.
Il minimalismo americano è stato uno dei movimenti più rivoluzionari e liberatori del ventesimo secolo, creatore di una nuova sintassi musicale capace di distanziarsi da ogni esperienza precedente. Nato nelle soffitte newyorkesi di La Monte Young, nell'arco di vari anni e seguendo criteri e regole comuni - ripetizioni di singole note o di brevi pattern, sovrapposizioni, lunghezza a volte smisurata delle note - ha saputo creare opere estremamente diverse tra loro, spesso di grande valore artistico e di rottura drastica col passato. E' interessante notare quanto, pur rimanendo all'interno della stessa scuola e seguendone le medesime regole, i protagonisti principali del movimento - La Monte Young, Terry Riley, Steve Reich e Philip Glass - hanno creato opere rigorosamente personali e uniche, dimostrando come quelle regole, pur rigide, lasciavano enormi spazi di libertà.
Le composizioni di Riley hanno saputo attraversare sei decenni di musica d’avanguardia, inventando procedimenti e strutture talmente flessibili che hanno saputo resistere nel tempo e hanno influenzato una gamma vastissima di musiche apparentemente lontane e inconciliabili.
Terry Riley è stato il minimalista che più di altri ha rappresentato l'anima mistico/spirituale, inserendo - in un contesto che sta a metà tra l’accademia, la musica popolare occidentale e la musica classica indiana - parte del linguaggio pop-rock e parte della controcultura tipica della west coast americana della seconda metà degli anni 60 (pacifismo, movimento hippie, fascinazione per l'Oriente e per l'India in particolare). Riley è stato in certo senso l'hippie del movimento minimalista, portando la Summer Of Love e i suoi ideali nelle soffitte di Young; la sua sperimentazione ha coniugato misticismo e religiosità, pacifismo e psichedelia, Oriente e Occidente; il suo ruolo è in qualche modo non dissimile da quello rivestito da Florian Fricke dei Popol Vuh nella Germania del kraut-rock. Aspetto imprescindibile per comprendere la musica di Riley è la sua enorme capacità comunicativa, che lo differenzia da gran parte dei compositori d'avanguardia; la sua smisurata tavolozza di colori lo rende capace di dipingere enormi strutture cromatiche e musicali di grande varietà e vivacità. Riley si affranca da ogni astratta retorica accademica, si libera da rigidi schematismi scolastici, si ripulisce da intransigenti convenzioni e per questo si dipana in ampi spazi che sanno di estrema libertà; in pochi sono riusciti a creare musica tanto liberatoria.

Terry Riley inizia la sua carriera negli anni Cinquanta suonando il pianoforte professionalmente e, influenzato da artisti leggendari come John Coltrane e John Cage, inizia ad avvicinarsi ed interessarsi alla musica d’improvvisazione e d’avanguardia. Così nasce il suo primo album "Mescalin Mix" del 1960.
Nel 1964, dopo che l’anno prima era stato pubblicato "Music For The Gift", esce il lavoro che consacra Terry Riley come pioniere della musica minimalista, “In C”. La particolarità del brano deriva dai cinquantatré fraseggi musicali che lo compongono e che possono essere ripetuti e arrangiati a discrezione di qualsiasi musicista che si cimenti nell’interpretazione. La composizione nasce con l’intenzione di avere infinite possibilità di interpretazione e si afferma come una pietra miliare della composizione, concependo un nuovo stile musicale formato da figure ripetute e intrecciate.
Quindi, nel 1969, Riley dà alle stampe quello che resterà probabilmente il suo capolavoro, "A Rainbow In Curved Air". Un disco che ha enormemente influenzato la musica rock; tutti i musicisti che hanno voluto sperimentare dal 1969 in poi hanno dovuto farci i conti, da Robert Fripp a Robert Wyatt, dal prog-rock a Canterbury, dai Talking Heads a Glenn Branca. Il gruppo prog Curved Air gli ha dedicato persino il nome. Se ci spostiamo in Italia, c'è il Battiato sperimentale o i Picchio Dal Pozzo. Anche gli insospettabili Who gli hanno dedicato il notissimo brano "Baba O’ Riley" presente nell’album "Who's Next"; i Birdsongs Of Mesozoic lo citano esplicitamente nel brano "Terry Riley's House" dal loro album d’esordio "Magnetic Flip".

Nel 1972 Riley pubblica "Persian Surgery Dervishes", album formato dalla registrazione di due performance, una a Los Angeles e una a Parigi. Durante gli anni Settanta inizia a collaborare stabilmente con David Harrington, l’iconico fondatore e primo violino del Kronos Quartet, con cui si esibisce in una serie di concerti e con cui pubblica nel 1989 "Salome Dances For Peace", che viene nominato ai Grammy Awards.
Nel 1990, per i venticinque anni dalla prima pubblicazione, Terry decide di mettere in scena una performance celebrativa di “In C” e per il resto degli anni Novanta si dedica alla ripubblicazione di suoi lavori storici o alla collaborazione con artisti del calibro del bassista Stefano Scodanibbio e del poeta Michael McClure.

Il 2008 e il 2010 vedono la pubblicazione di due progetti originali: “Cusp Of Magic” per i Kronos Quartet, brano commissionato dallo stesso quartetto in onore del settantesimo compleanno di Riley, e "Terry Riley: Autodreamographical Tales", un audio-collage composto da musica, digital sampling e l’uso estensivo della voce dello stesso artista statunitense che legge dal suo diario dei sogni.
Il 2015, a venticinque anni dalla ripubblicazione di “In C”, Riley lavora nuovamente sull’iconica composizione e rilascia "In C Mali". L’album nasce dalla collaborazione dell’artista stesso con Africa Express che vede un ensemble di diciassette musicisti provenienti dall’Africa Occidentale dare la loro interpretazione della composizione. È proprio con due artisti di questo gruppo, Lansiné Kouyaté (balafon e percussioni) e Moussa Sanou (Kora), che Terry Riley sale sul palco del Triennale Milano Teatro nel 2016. La performance, accompagnata anche dal figlio di Riley, Gyan, ma anche da Amedeo Pace dei Blonde Redhead, resterà memorabile.

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