Ozric Tentacles

Il rock dai mille tentacoli

intervista di Michele Savoldi

Gli Ozric Tentacles, paladini di un rock strumentale sospeso tra space, psichedelica e prog, da molto tempo sono Ed Wynne (e famiglia). Questo non è necessariamente un male, onestamente se si ascolta l'ultimo album “Lotus Unfolding” e lo si paragona alla prima fase della loro quarantennale carriera, altro non si nota che le medesime vibrazioni catturate con una tecnologia più attuale. Certo, da molto tempo mancano i flauti di ogni foggia e dimensione di John “Champignon” Egan e, dal vivo, manca la sua più che iconica presenza. Ma d'altro canto i tempi sono cambiati e mancano anche le folli esibizioni – delle quali Ed si ricorda – in quel del Leoncavallo, “aromatizzate” a dovere da profumi che naturalmente non si possono sentire nei canonici locali e teatri nei quali oggi gli Ozric Tentacles si esibiscono. Abbiamo raggiunto Ed per fare due chiacchiere e per approfondire cosa accadrà durante il consistente tour italiano, che li vedrà impegnati per ben 6 date a partire da quella di Torino dell'8 aprile.

Dunque, caro Ed. Cosa possono aspettarsi i fan italiani dal vostro imminente tour italiano?
Beh, molti di voi ci hanno visti prima, dunque più o meno sapete cosa aspettarvi. Sarà più o meno la stessa cosa, ma con canzoni nuove e un nuovo batterista davvero bravo. La musica sarà tratta dal nuovo album e torneremo indietro nel tempo sino al nostro primo disco. Spero che ci sarà tanta energia e non vedo l'ora!

Come descriveresti il sound di “Lotus Unfolding” e come ti sei approcciato alla registrazione e al processo di produzione per questo album?
Beh, nello stesso modo in cui faccio sempre: passo il tempo a scrivere brani, sai, come stile di vita, e quando arriva il momento di un album, do un'occhiata al mio piccolo catalogo e seleziono sei o sette brani abbastanza buoni per finirci sopra; poi li lavoro nella giusta direzione finché non sono pronti. Nel caso di questo album, “Lotus Unfolding”, la title track è molto rilassante, è una cosa non comune per noi scegliere il brano rilassante come titolo! Penso sia una bella cosa, abbiamo bisogno di calmarci un po' e di “aprirci” (unfold)!

Quanto è importante oggi la tecnologia, quando si tratta di comporre e registrare, per gli Ozric Tentacles?
Per quanto mi riguarda ho sempre usato la tecnologia alla grande durante la mia carriera. È più facile! Ora è davvero molto, molto più facile rispetto al passato: tutto è piccolo piccolo, non devi più portare roba dappertutto, solo piccole cose. Tutto è stato reso più snello e le idee possono fluire velocemente senza la tecnologia in mezzo. Una volta, se avevo un'idea in testa, dovevo andare ad accendere le tastiere, collegare tutto, assicurarmi che tutto entrasse, far funzionare il registratore e a quel punto avevo quasi dimenticato l'idea! Oggi, letteralmente, se ho un'idea probabilmente in venti secondi l'ho registrata in modo molto rapido: è fantastico, adoro tutto ciò.

La tua giovinezza è stata caratterizzata dalla conoscenza personale di grandi musicisti, grazie a tuo padre. In che modo tutto ciò ha forgiato la tua percezione della musica, sia come ascoltatore che come compositore?
Sì, mi è sempre piaciuto ascoltare la musica e la mia percezione è stata forgiata nei termini in cui sono cresciuto in mezzo a un po' di musicisti e artisti. Nella mia mente si è formato il concetto che sarebbe stato un bel modo per crescere e questo è quello che avrei dovuto fare: si cresce per diventare un artista, è in questo modo che sono stato indirizzato. Dunque, sono stato molto formato in questo senso. Sono davvero grato a tutta questa gente, sai, io ero questo ragazzino che scorrazzava qua e là con tutti questi musicisti ovunque (ride)! E pensavo fossero dei grandi, volevo essere qualcosa di simile a loro.

Che ricordi hai degli Ozric fino a, diciamo, “Become The Other”? In termini di formazione, pubblico e atmosfera generale? Un'era molto diversa...
Sì, molto diversa e allo stesso tempo molto simile, sai? Dal mio punto di vista, quando suono e guardo il pubblico, sembrano tutti sempre uguali, come una volta. Il che è divertente (ride), forse rendiamo noi le persone così, non so come funzioni. Ma davvero non è poi così diverso, è ancora lo stesso: ci divertiamo ancora, suoniamo ancora canzoncine stupide e speriamo di far impazzire le persone divertendoci in questo modo. È abbastanza simile ad allora e sono contento che continui a essere così, è adorabile!

Hai progetti in corso al di fuori degli Ozric? Intendo dire, ci sarà anche un seguito di “Tumbling Through The Floativerse”?
Non so. Mi piacerebbe, davvero tanto. Dipende da quello che desidera l'etichetta discografica: ho un altro album praticamente pronto per la stampa, come Ozric, ma forse non sarà così, forse sarà un lavoro mio. Non saprei, dipende da cosa pensano sia la cosa giusta da fare. Dal mio punto di vista, sono semplicemente canzoni che compongo. Vedremo il da farsi. Io sono qui seduto a fare canzoni, se poi vogliono farle uscire…

Parlando in termini di educazione musicale, come ti sei approcciato alla musica?
Per me, un approccio accademico non ha mai avuto alcun senso… assolutamente nessuno! Ho sempre trovato molto complicato cercare di imparare a leggere la musica e parlare di teoria musicale. Perché, secondo me, non hai bisogno di tale teoria se sai cosa vuoi fare, se conosci le note, se sai cosa suonare e come farlo, se ne sei in grado... So di essere in inferiorità numerica, ma credo che la teoria sia un po' un ostacolo per la “magia”.

Apprezzi qualche band attuale, c'è qualcosa che ti interessa maggiormente?
Beh, sì... Normalmente ascolto la musica di un mio amico: c'è questo mio amico che recentemente ha fatto uscire un album con il nome Head Spin, l'ho ascoltato ieri ed è assolutamente fantastico. È molto Ozric ma con un'energia molto diversa... Che altro? Ovviamente mi piacciono i Gracerooms, del tizio con cui ho fatto il disco “Tumbling Through The Floativerse”, adoro la sua musica. Non sono molto aggiornato musicalmente: normalmente ascolto i miei brani in studio, do da mangiare ai gatti e guardo gli alberi fuori (ride).

Sì, infatti ti stavo per chiedere quali sono le tue influenze extra-musicali nella tua vita…
Semplicemente la vita, davvero. La vita! E qualche pezzo bizzarro, talvolta ascolto dei pezzi senza sapere di cosa si tratti perché per lo più quando ascolto un brano non so cosa sia, perché arriva e se ne va su Spotify o cose simili... Le poche cose che mi piacciono sembra che entrino in un orecchio, poi girano intorno alla mia mente e poi forse qualche mese dopo qualcosa di simile esce dalle mie dita quando suono la chitarra (ride).

Hai qualche ricordo, musicale e non, relativo all'Italia?
Semplicemente il fatto che è stato il primo luogo, a parte il Regno Unito, che ci ha accolto. Sembra che voi italiani abbiate capito la band più velocemente rispetto ad altri paesi in Europa. Mi ricordo quando la gente ci diceva: “Vi apprezzeranno molto in Italia”. E pensammo: “Ok, facciamo dei concerti là”. L'abbiamo fatto, siamo usciti tanti anni fa per un tour e la cosa ci confuse, perché non avevamo mai fatto un tour europeo prima. Ci chiedevamo se avrebbe funzionato e credo che arrivammo qualche giorno prima, dunque dovemmo attendere dentro il bus per tre o quattro giorni senza conoscere nessuno in Italia. Mi sembra che soggiornammo a Genova, da qualche parte sotto un ponte, pioveva un sacco (ride). Ma quando poi arrivò il momento del primo concerto fu fantastico, assolutamente adorabile, non credevamo all'accoglienza riservataci. Il benvenuto fu fantastico, l’Italia è davvero uno dei paesi in cui preferisco suonare.

Steve Hackett dei Genesis mi ha detto la stessa cosa, che in un qualche modo l'Italia fu il primo posto a, come dire, “adottare” i Genesis al di fuori del Regno Unito.
Sì, sì, è vero! È buffo. E non so davvero perché, il perché successe. Forse fu un caso...

Io mi ricordo di alcune date davvero selvagge negli anni Novanta, al Leoncavallo, il posto occupato…
Oh (ride), quello fu strepitoso! Non potevamo credere a quel posto, il Leoncavallo! Ci stupì sul serio... Un genere diverso di concerto, per noi, ma fu fantastico.

Quale messaggio e saluto manderesti ai vostri fan italiani e un invito a raggiungervi alle vostre date italiane?
Beh, direi loro che ci piacerebbe avervi con noi. Se si tratta del vostro tipo di musica, se vi piace la musica con colori, psichedelia e spazio, senza troppe parti vocali, raggiungeteci e sarete allegramente intrattenuti. Si spera... Faremo del nostro meglio.

Discografia

Pungent Effulgent (1989)
Erpland (1990)
Strangeitude (1991)
Live Underslunky (live, 1992)
Afterswish (antologia, 1992)
Jurassic Shift (1993)
Vitamin Enhanced (antologia, 1993)
Arborescence (1994)
Become The Other (1995)
Curious Corn (1997)
Spice Doubt (live, 1998)
Waterfall Cities (1999)
The Hidden Step (2000)
Swirly Termination (antologia, 2000)
Live At The Pongmaster's Ball (live, 2002)
Spirals In Hyperspace (2004)
Eternal Wheel (The Best Of) (antologia, 2004)
The Floor's Too Far Away (2006)
Sunrise Festival (live, 2008)
The Yumyum Tree (2009)
Live In Italy (live, 2010)
Paper Monkeys (2011)
Live At The Academy Manchester 1992 (live,2011)
Live At One World Frome Festival 1997 (live,2011)
Live In Oslo (live,2011)
Live In Milan (live,2012)
Live In Pordenone, Italy (live, 2013)
Technicians Of The Sacred (2015)
Space For The Earth (2020)
Space For The Earth + 6 Worlds, An Unusual Journey (2020)
Lotus Unfolding (2023)
Pietra miliare
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