
Un tappeto di stelle nel cielo limpido del Cinzella Festival ha incorniciato uno degli eventi più attesi dell’estate, per lo meno in Puglia dove si è scelto, ormai è noto, di investire nella musica dal vivo in queste difficili settimane post-lockdown. Ad animare il pubblico accorso a Grottaglie (provincia di Taranto) la sera di Ferragosto il cantautore probabilmente più interessante del panorama italiano attuale, Andrea Laszlo De Simone, e uno dei gruppi più estroversi, i Bud Spencer Blues Explosion. La location delle Cave di Fantiano ha contribuito non poco a creare un’atmosfera rilassata ed empatica che ha coinvolto il pubblico sin dalle prime note.
Ad aprire la serata è stato Laszlo, o meglio, i Laszlo (Anthony Sasso, Daniele Citriniti, Zevi Bordovach, Filippo Cornaglia e Damir Nefat) che, con il prezioso contributo di Enrico Gabrielli al sax, Clarissa Marino al violoncello e Giulia Pecora al violino, hanno eseguito integralmente "Immensità", la più recente opera dell’artista torinese. Un’orchestra vera e propria, con synth, elettronica, cori, archi e fiati, strumenti classici e moderni. Una suite d’altri tempi nella quale immergersi in modo polisensoriale: chiudere gli occhi, aprire il cuore, tendere le orecchie verso un suono che traghetta verso mille dimensioni, e ognuno può scegliere la propria.
Innegabile la bravura e la padronanza di ogni singolo musicista, che ormai sa fondersi e non solo accompagnare l’estro di Andrea Laszlo De Simone, non solo un cantante ma un convincente performer di canzoni che sono molto di più: suggestioni emotive. Quasi sempre disciplinato il pubblico, nel rispetto delle norme Covid-19, anche quando arrivano i brani di “Uomo, Donna”, un’opera perfetta, capace di far piangere, ridere, ballare, riflettere a ogni cambio di spartito.
Conclusa l’esperienza quasi mistica di Andrea Laszlo De Simone e della sua band, allo scoccare quasi della mezzanotte ecco che sul palco è l’ora dei Bud Spencer Blues Explosion: pochi minuti e il cambio di atmosfera è inevitabile. Chitarre, batteria assordante, suoni duri e perforanti che scuotono i presenti riportandoli su un altro piano musicale: quello del rock spietato, senza se e senza ma. Il virtuosismo di Adriano Viterbini e la potenza di Cesare Petulicchio infiammano il palco del Cinzella, unendo generi e mondi diversi ma comunque restando onesti verso loro stessi e la loro natura libera e punk.
Una serata che ha pienamente soddisfatto tutti, proponendo due nomi della scena indipendente ancora fedeli a una certa idea di musica libera e originale, desiderosa di sperimentare e sperimentarsi senza vincoli, se non quelli della propria vena artistica.