Travolgente e ambizioso, lirico e intenso, duro e psichedelico: sono questi gli aggettivi che connotano al meglio il concentrato di musica che i Soundgarden ci offrono per questa loro quarta prova di studio. A differenza del passato l'hard-rock tenebroso e violento del gruppo, pur continuando a essere l'elemento di base, viene addolcito da un discreto uso della melodia, raggiungendo in tal modo il successo di massa, cui dà una notevole spinta la "ballatona" psichedelica "Black Hole Sun".
"Let Me Drown" parte cupa e cavernosa per evolvere in una parte centrale epica e potente grazie al gran ritmo della batteria e alla voce spettacolare di Chris Cornell; "My Wave" si basa su un riff immediato e continuo che lascia respirare soltanto nel ritornello, dal forte sapore "pop". La successiva "Fell On Black Days" miscela le caratteristiche dei primi due brani, risultandone nel contempo la perfetta sintesi, "Mailman" presenta una cadenza "doom" che scuote tutta la durata del pezzo, contrassegnata da un riff pesante quanto opprimente, e da una sezione ritmica complementare. La title-track è rock'n'roll aggressivo e tagliente pronto a esplodere nel coinvolgente ritornello e nell'assolo finale.
"Head Down" ha un'atmosfera dannata, dall'intro acustica alla progressione elettrica che sottende il cantato sofferto e malato di Cornell, la struttura si regge su questo alternarsi elettroacustico della chitarra, con momenti di pura potenza come nel teso finale con batteria e basso turbolenti protagonisti: è questa la prima perla dell'album.
Della cupa "Black Hole Sun" si è già detto, e arriviamo così a "Spoonman", altro successo: tipico pezzo hard-rock, fra riff, assoli e sezione ritmica da brividi nel cuore della canzone; inutile stare a sottolineare quanto la voce di Cornell, sempre trascinante, elevi lo spessore di queste canzoni. "Limo Wreck" rappresenta uno dei vertici del disco: musica resa oscura dal battito monocorde della batteria e dal sound ossessivo di basso e chitarra, con un'apertura melodica epica che riporta alle atmosfere di "Let Me Drown". Il riff di basso di "The Day I Tried To Live" è semplicemente monolitico e guida il tema sonoro, dopo l'inizio effettato delle chitarre, le quali prendono il sopravvento nel resto della canzone divenendo via via più sature, Cornell vola alto sulle vette della voce, mai così intensa. "Kickstand" è un veloce punk, che prepara al funereo finale dell'opera.
"Fresh Tendrils" presenta il solito muro impenetrabile di chitarre a cui fa da contraltare una linea di basso notevole e molto "new wave". "4th Of July" è un altro capolavoro: riff cavernoso e spettrale che accompagna l"elucubrazione" di Cornell; a regnare è un'atmosfera negativa, opprimente e terribilmente drammatica, assolo acidissimo, degno complemento del pezzo, che prende davvero le sembianze di una marcia funebre.
"Half" è uno strano pezzo acustico e "orientaleggiante" per basso, viola e violoncello (!). "Like Suicide" presenta ancora un clima claustrofobico, anche se nel finale il gruppo accelera i tempi e Kim Thayil, il chitarrista, sfodera un assolo bellissimo, il migliore dell'album. L'unico difetto è l'eccessiva lunghezza (quindici brani!) ma i Soundgarden, memorizzata la lezione degli anni 70, la riadattano e sfornano il disco-manifesto del moderno hard-rock.
10/11/2006