Dopo l’imperdibile trilogia d’esordio formata da “Catartica”, “Il Vile” e “Ho ucciso paranoia”, è tempo per i Marlene Kuntz di tirare una linea e fare il punto della situazione. Sono stati anni intensi, ricchi di soddisfazioni e di serate trascorse a portare la propria musica in lungo e in largo per lo stivale.
Un gruppo che sta gradualmente uscendo dalla situazione di cult band, con un ristretto ma affezionatissimo pubblico, per divenire una prestigiosa realtà del rock italiano. Ma Cristiano Godano e soci non rinunciano ai propri "comandamenti", coniugando il noise-rock di diretta derivazione sonicyouthiana con una forma canzone più accessibile al grande pubblico.
A suggello del lungo tour promozionale di “Ho ucciso paranoia” ecco l'efficace documento dal vivo “H.U.P. Live In Catharsis”, che ben rappresenta il felice momento della band, forte di una selezione fra le migliori possibili del quartetto piemontese, salvo qualche dolorosa esclusione ("L'odio migliore", "Retrattile") dovuta ad esigenze di spazio.
Il titolo stesso rappresenta la summa dei primi tre sforzi produttivi: H.U.P. è l'acronimo di "Ho Ucciso Paranoia", LIVE è l'anagramma di Vile, CATHARSIS è il chiaro riferimento a "Catartica".
La tracklist raccoglie quasi tutto il meglio finora realizzato, concedendo spazio tanto agli irrinunciabili inni ("Sonica", "Nuotando nell'aria", "Lieve") quanto agli sperimentalismi improvvisati sul palco (un paio di digressioni strumentali che prendono come da consuetudine il nome di “Spore”, seguite da un numero identificativo).
C’è tanta cruda aggressività ("1°, 2°, 3°", "Il vile", "Festa mesta") quanto momenti di straordinaria melodia ("Ineluttabile", "Infinità", "Come stavamo ieri"), e persino qualche chicca rimasta sinora seminascosta ai fan meno attenti, come “Aurora”, ripescata dall’Ep “Come di sdegno”.
“H.U.P. Live In Catharsis” ha anche il pregio di riproporre i brani prescelti con un suono ancor più curato e moderno rispetto ai lavori in studio, con l'ulteriore spinta della carica live.
Con questa indispensabile retrospettiva i Marlene Kuntz confermano di essere la punta di diamante della scena indipendente italiana, che negli anni '90 ha vissuto il suo momento d'oro.
31/07/2014