Scelto un luogo come Seattle, immediatamente associato al noise disadattato della generazione grunge, per registrare questo lavoro, il quartetto guidato da James Mercer (autore di testi e musiche) riporta alla luce l'infanzia del rock, sgravata di qualsiasi atteggiamento combattivo e impegnato, con la consapevolezza di quanto i grandi ideali comportino disillusione e di quanto il mondo, pur non potendo essere cambiato, presenti molte, troppe, bellezze. Rasserenano le dolci note di "Chutes Too Narrow", secondo lavoro dopo il già promettente “Oh, Inverted World”, catapultandoci in un placido corso d'acqua dove rivivono verdi colline bagnate da un sole vigoroso, ma mai opprimente, protette da un cielo azzurro pastello pieno di vita. E' come se il gruppo avesse voluto tratteggiare un quadro impressionistico del mondo, lontano da ogni presupposto “realista” e vicino a un concetto d'arte intesa come scelta, cernita accurata degli elementi quotidiani e sghembo collage buffo in un che di nuovo e sognante.
I testi si presentano, di conseguenza, come stravaganze al limite dell'incomprensibile, proprio a causa della loro frammentarietà, quasi fossero piccole istantanee legate dalla fantasia che annulla la forza gravitazionale e sovverte le leggi della logica consequenzialità sintagmatica. Appaiono squarci di roboante malinconia (“So we burned all our uniforms and let nature take its course again”, in "So Says I"), attimi di abbandono quasi radioheadiano (“Mercy's eyes are blue and when she places them in front of you nothing holds”, in "Saint Simon", così dolcemente circumnavigata da una chitarra spagnoleggiante), gaie corse nel vento ("Fighting In A Sack" è Dylan lanciato a cento all'ora su una strada deserta), sinistre presenze ("Pink Bullets").
La stessa breve durata del disco (33' e 52'') sembra voler testimoniare l'istanza di ritorno all'elementare (ma carico di profonde verità) che ne attraversa i solchi, e se di rivoluzioni nel rock forse non se ne vedranno più, allora è giusto dare merito a chi, pensando la libertà, è riuscito a trasfonderla in note in maniera così dolce e melodiosa. Musica per le orecchie.
(30/10/2006)