Slowblow

Slowblow

2004 (Mobile)
alt-rock

Quando si parla di Islanda, si finisce per pensare subito a geyser, Björk e Sigur Rós… Un po' come dire pizza, spaghetti e mandolino. Ma è meglio lasciare da parte i luoghi comuni, per affrontare il nuovo lavoro degli islandesi Slowblow, perché la loro musica non ha molti punti in comune con quella dei più noti connazionali.
L'attitudine alla dilatazione degli spazi, quella sì, potrebbe forse accomunarli: ma solo come approccio, non certo come risultato. Quello degli Slowblow è infatti un mondo molto più vicino a quello del songwriting lo-fi americano degli ultimi dieci anni che non ai confini nebulosi di dischi come "Ágætis Byrjun" o "Medulla".

Non sono degli esordienti, Orri Jonsson e Dagur Kári Petursson, visto che hanno già dato alle stampe due album sotto la ragione sociale Slowblow, tra il 1994 e il 1996. Ma la loro notorietà al di fuori dei confini della terra dei ghiacci è giunta solo ora, grazie alla colonna sonora del film "Nói Albinói", diretto proprio da Dagur Kári Petursson.

Questo nuovo album arriva dopo una lunga pausa nell'attività della band e ritrova intatta la purezza della vena compositiva del duo. Rispetto ai desolati scorci paesaggistici tratteggiati dalla musica di "Nói Albinói", qui i contorni delle immagini si focalizzano con più precisione, pur mantenendo l'apparenza sgranata di istantanee colte tra "varie stanze e bagni a Reykjavík", come indicano le liner notes dell'album. Ma lo sguardo malinconico e il desiderio di fuga sono gli stessi del giovane Nói del film di Dagur Kári Petursson.

Se infatti è una "Very Slow Bossanova" ad aprire il disco, è subito chiaro che il Brasile degli Slowblow è una terra tutt'altro che assolata, che confina direttamente con i Tropici dei Black Heart Procession. L'incedere funereo del piano accompagna una drum machine al rallentatore, su cui la voce è come un respiro che sembra provenire dal fondo del pozzo dell'abbandono.

Sugli accordi della scabra chitarra acustica di "I Know You Can Smile", compare per la prima volta l'inconfondibile voce infantile di Kristín Anna Valtysdóttir dei Múm, presente a duettare in diversi episodi del disco. E l'effetto è quello di un carillon velvettiano per dei Belle & Sebastian narcotizzati, tra riff appena accennati e un ritmo di danza sotterranea.
Proprio l'ombra dei Múm sembra materializzarsi per un istante nello strumentale "Second Hand Smoke", introdotto da inattesi beat di elettronica analogica e minimalista, per poi lasciare spazio a percussioni frammentarie degne dei Califone e a una melodia dipinta da note di violino, viola e violoncello.

A mutare improvvisamente l'atmosfera arriva l'abrasivo blues elettrico di "Happiness In Your Face", urlato con voce distorta e con la foga di Nick Cave. Ma subito "Aim For A Smile", già presente nella colonna sonora di "Nói Albinói", riconduce nei territori della ballad dallo spleen abissale. E' qui che, come negli altri momenti più intensi del disco, il calore della voce e l'ispirazione folk trapuntata di mandolino sembrano venire dalla stessa sorgente dei primi Sparklehorse (quelli dell'impronunciabile album "Vivadixiesubmarinetransmissionplot"), una band con le cui atmosfere gli Slowblow sembrano avere una particolare affinità.

Mentre la filastrocca di "Cardboard Box", tra echi di fuochi d'artificio che si spengono nell'oscurità, non è che un tributo alla voce di Kristín Anna Valtysdóttir, "Dark Horse" sembra quanto di più vicino all'idea di sensibilità pop gli Slowblow possano concepire, con il suo giro di basso e il suo handclapping appena abbozzati.
Così, l'epilogo di "Phantom Of My Organ" si leva come un romantico e spettrale cantico natalizio, in cui l'eco dell'organo è lo spirito in catene che giunge allo scoccare della mezzanotte.

Ciò che rimane al sorgere del sole è un pugno di brani preziosamente rarefatti, che non meritano di essere lasciati imprigionati tra i ghiacci del Nord.

12/12/2006

Tracklist

1. Very Slow Bassanova
2. I Know You Can Smile
3. Within Tolerance
4. Second Hand Smoke
5. Happiness in Your Face
6. Aim for a Smile
7. Cardboard Box
8. Dark Horse
9. Hamburger Cemetary
10. Phantom of My Organ

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