Delta 5

Singles & Sessions 1979-81

2006 (Kill Rock Stars)
new wave

Quando il mondo correva furiosamente verso il nuovo millennio, fiero dell’automatismo che rende tutto più facile, la nevrosi post-moderna scoppiava come la più invisibile delle pestilenze.
I Talking Heads, con piglio intellettual/cinico, costruiscono la propria arte sul paradosso di un’umanità metallica e complessa come un circuito a più fili, la cui singola rottura sfocia nello scoppio di virulente manifestazioni psicotiche a insidiare la calma apparente di una società, tutto sommato, ancora paciosa e ignara del turbine accelerato che si avvicina minaccioso, come racconta il manifesto "Psycho Killer".
L’attenzione alla patologia è una costante, ugualmente percepita da uomini e donne. Le ragazze del 1977, incarnanti un ideale alternativo/ femminino, si presentano ridondanti, selvagge, o più semplicemente tese e nervose.

Quando l’animo è romanticamente votato alla difesa dell’ideale, la musica diventa il pretesto per rivendicare diritti ricevuti in endovena dal collettivo anarchico, come accade nel caso delle Crass, Propria delle Slits è, invece, la ricerca di un’identità difesa a spada tratta; se la risposta si fa più sottile e meditata, forte solo del proprio acume, frammisto a un’apparente volontà di divertirsi, più o meno inconsapevole, la risultante è un’identità più nitida ed elegantemente distante dal rischio/stereotipo.
Figure femminili essenziali e asciutte si rifugiano nell’ingannevole compostezza del punk-funk di byrneiana memoria, prese dalla volontà di descrivere lucidamente il meccanismo del delirio: l’estetica è punk-chic, lo sguardo fendente, le membra magre e nervose.

A imbracciare il basso al quadrato Bethan Peters e Ros Allen, alla voce e chitarra Julz Sale, alla seconda chitarra Alan Briggs e alla batteria Kelvin (Kelv) Knight, per un totale uguale a Delta 5.
La band è democraticamente segnata dalla presenza femminile che, attraverso il doppio basso, è seguita docilmente dagli altri strumenti, caratteristica che, più di ogni altra, attribuirà longevità al sound del gruppo.
Leeds fa da contenitore delle sperimentazioni nate dal capriccio byrneiano: i Delta 5 germogliano in sincronia con la nascita di Gang Of Four e Mekons, nei quali Ros e Kelv militeranno.

Dalla brevità di vita del gruppo, che inizia a incidere per la Rough Trade nel 1979 e termina prematuramente nell’81, lo si liquiderebbe come uno dei tanti fili del cordone ombelicale new wave in cerca di una svolta che permetta il passo da promessa non mantenuta a nuova icona. Ma quando si ascolta "Mind Your Business", è inevitabile provare anche la più blanda delle sensazioni: il groove, segnato dall’impudenza del doppio basso iniziale, è irresistibile, la voce adorabilmente tesa, gli inserti di chitarra sicuri e dosati con metallica cura. Il singolo vende 20.000 copie in un anno e John Peel, colpito da tanta personalità, arriva a trasmetterlo per due volte nello stesso giorno. Il tutto lascerebbe presagire un futuro roseo di tour e incisioni, ma il botto si estinguerà prematuramente nella fase di scoppio limitandosi a una sola incisione a nome Delta 5, intitolata "See the Whirl'" e distribuita dalla Carisma nel 1981.

Risparmiandoci di andare a ripescare i singoli incisi in quei due anni in qualche negletta compilation, la Kill Rock Stars ci serve, ben infiocchettato, un disco con tanto di autonomia, dove lo spazio non si condivide più con altre meteore o identità più o meno conosciute.
"Singles and Sessions 1979-1981" raccoglie il materiale registrato in quel bienno per la Rough Trade.

L’apertura è, come ci si aspetta, affidata a "Mind Your Business", hit fiera di ritmiche serrate, solidali cori in sottofondo, solo inconsapevolmente ruffiana; nel più rigoroso ordine cronologico, si procede con il b-side dell’originale singolo, "Now That You’Ve Gone", felpato ritornello che, sul finire, si fa sussurro più basso e convincente. Di lì a poco, segue una doppietta di elettrica ansia, concentrata nel gridolino alterato di "You" e nel volteggiare ad alta tensione alla maniera sottilmente folle di Lora Logic ("Try"). Il basso continua a segnare il territorio introducendo botta e risposta vocali che riescono a mantenere elegantemente la calma, congiungendosi nel finale, in una sorta di vicendevole incoraggiamento ("Triangle"). Meccanismi improvvisamente incappati di un ingranaggio su di giri generano la passeggiata frettolosa di "Train Song", con tanto di urlo liberatorio lanciato nell’etere, ma l’aplomb di una voce altera ed essenziale torna in "Singing In The Praises", i cui giochi di basso e chitarra rimandano a certe accelerazioni Joy Division, che proseguono nella versione live di "Shadow", con una chitarra eccitata e dal piglio agile.

La chiusura onora lo Sciamano della Nevrosi con coretti alla "I Zimbra" ("Circuit") e alienanti ritornelli nei quali smarrire agevolmente la testa ("Journey").
Da notare, infine, come il recupero delle Chicks on Speed di una "Mind Your Business" in salsa techno/androide avesse già anticipato la Kill Rock Stars nell’amplificare queste obliate frequenze ritrovate miracolosamente prive dei segni del tempo e pronte a partecipare al divertissement del dancefloor post-moderno con inalterato vigore.

28/03/2007

Tracklist

  1. Mind Your Own Business
  2. Now That You've Gone
  3. Anticipation
  4. You
  5. Try
  6. Colour
  7. Delta 5
  8. Make Up
  9. Triangle
  10. Innocenti
  11. Train Song
  12. Final Scene
  13. Singing the Praises
  14. Shadow
  15. Circuit
  16. Journey

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