Il mestiere, insomma, c'è e si sente pure. Ma il disco appare poco compatto, come se non sapesse bene dove andare a parare. Ci conquistano, comunque, canzoni come "Donkey Islands" (puro zucchero filato, delizioso e godurioso), "Dawnsio Dros Y Mor" (surreale nel titolo e nei fatti, oltre che chiara strizzatina d'occhio a Mr. Ayers), "Costa Rita" (modernariato elettronico con anima caraibica) e "H Mewn Socasau" (brio sixties contagiosissimo). Altrove, invece, l'ispirazione vacilla e si gira a vuoto. Il carillon di "Slip Slip Away" o il Brian Wilson dolciastro di "Cynhaeaf", ad esempio, potevano essere evitati. Del tutto inutile, poi, il country-folk con l'occhio rivolto oltre l'Atlantico di "My Country Girl".
Altrove, invece, i colori prevalenti sono il grigio e il nero. L'altra metà del cielo, insomma. Un'anima bifronte che mantiene un'irrequietezza profonda e non sa quali siano i suoi sentimenti più veri. Composizioni dolorose e uggiose come "Circus Time", "Sur Rage" o ancora "Stella Is A Pigmy" (nelle sue tre mini-versioni) scelgono, quindi, di indagare i moti reconditi del cuore, facendo dialogare la voce con poche note di pianoforte e lasciando che il tutto sia avvolto da un'aura sempre più cupa e disperata.
La nostra attenzione, però, finisce per calare drammaticamente, perché, diciamoci la verità, il Nostro ha molte più cartucce da sparare quando si mette di buona voglia a lavorare con quell'aria mattacchiona e quasi grottesca su canzoncine deliziose e a loro modo irriverenti. Tuttavia - e questo glielo dobbiamo - quando incastona una ballata tenera dentro le maglie di una pulsazione sintetica ("First Time I Saw You"), finendo, poi, per svolazzare nel cielo in un girotondo corale, siamo ben felici di fare la nostra parte, dondolando il capo e sorridendo con tutto il cuore. Per il momento, può anche bastare.
(19/12/2006)