"Young For Eternity": titolo che calza a pennello all’esordio dei Subways, ennesima next big thing del rock, proveniente dal Regno Unito. Vincitori del premio per la miglior band “senza etichetta” nel 2004, a Glastonbury, hanno ottenuto all’istante un contratto con la Wea, e sono stati affidati al produttore Ian Broudie (leader dei Lightning Seeds) per registrare il loro primo disco. Il risultato è esattamente quello che ci si aspetterebbe da una band inglese composta da tre ragazzini poco più che maggiorenni. Il limite tra parassitarietà, influenze e citazionismo è abbastanza labile: Nirvana, Oasis, Supergrass, Ash, AC/DC, White Stripes riecheggiano tutti allegramente nelle dodici tracce del disco.
Scontato affermare che l’esordio dei Subways non si avvicina nemmeno lontanamente ai migliori lavori dei gruppi citati, ma è indubbio che i trentacinque minuti di durata del disco scorrono via lisci e indolori, e lasciando pure un retrogusto piacevole. “Rock & Roll Queen” è un singolo destinato a spopolare tra gli adolescenti. Basterebbe quella strofa infantile e ripetuta sino all’ossessione (“You are the sun, you are the only one, my heart is blue for you”), così naif e stupida, a rendere il pezzo un piccolo classico del punk adolescenziale. Poi ci sono brani più tirati come “Holiday”, che non sfigurerebbe nel repertorio di Kurt Cobain (non fosse per quel suono così pulitino) e parentesi psichedeliche come”Lines Of Light” o “She Sun”. Ritornello immediato e grandi intuizioni melodiche in “Mary” che all’inizio sembra una cover di “Hotel Yorba” dei White Stripes per poi esplodere nei territori festosi dei Kinks.
Acchiappano subito anche “Oh Yeah”, dal ritmo irresistibile, e “I Want To Hear What You Have To Say”, altro brano dalla partenza in sordina che diventa poi uno scatenato rock‘n roll. E’ inutile sparare sulla croce rossa, limiti e difetti di un gruppo del genere li conoscono tutti: Billy Lunn sa scrivere delle canzoni carine e immediate, la sua band tecnicamente è ottima. Il problema è che tutto suona preconfezionato, a partire dai testi, che ruotano quasi interamente attorno al tema delle delusioni d’amore.
Insomma, non si tratta proprio di un lavoro d’avanguardia, ma, anche in vista dell’estate, chi cerca qualcosa di divertente e poco impegnativo, da ascoltare con gli amici davanti a una birra, potrebbe non rimanere deluso.
25/04/2006