Exploding Star Orchestra

We're All From Somewhere Else

2007 (Thrill Jockey Records)
modern jazz, free

Rieccola la Chicago del jazz. A far da Cicerone, questa volta ci pensa Rob Mazurek, cornettista dei Chicago Underground (Trio o Quartet, dipende dalle occasioni), coadiuvato da un'accolita di nomi più o meno importanti e famosi, tra cui spiccano Ken Vandermark (sax baritono e clarinetto basso), Jeff Parker (chitarra) e John Herndon (batteria). "We Are All From Somewhere Else" ruota attorno ad una sorta di poema su di una stella esplosa e le sue innumerevoli, cosmiche mutazioni. Sullo sfondo, anche il suono (!) delle anguille elettriche, perché in mezzo a questa strana storia ci trovi pure “conversazioni intelligenti” con queste creaturine… Un po’ matti, questi artisti, ma va bene così. Fa parte del loro mestiere.

Basato su due lunghe suite, divise dall’impressionistica elegia pianistica di “Black Sun”, "We Are All From Somewhere Else" è un’opera in cui la musica respira costantemente un’aria di radiosa libertà, e dove, più che le singole improvvisazioni, contano, piuttosto, la coralità e l’effetto “narrativo” dell’insieme, come balza immediatamente alle orecchie nella percussiva e vagamente marziale “Sting Ray And The Beginning of Time: Part 1”, il cui percorso si carica, successivamente, di svolazzi di flauto, borbottii esuberanti di trombone e vampate orchestrali con punte di baldoria free . L’intermezzo spiraliforme s’accende di fantasie trombettistiche e fraseggi chitarristici, in un continuo rincorrersi di striscianti echi Don Cherry e frastagliata elettricità. La stessa ariosa effervescenza domina “Part 2”, mentre “Part 3 (Psycho-Tropic Electric Eel Dream)” svela finalmente il mistero delle anguille…

Superbo soundscape free-form, quello di “Psycho-Tropic Electric Eel Dream” è un esempio di come la tradizione dell’avant-jazz chicagoano sia ancora viva e vegeta, con tutto il suo lascito di estrema libertà espressiva e volontà illimitata di scolpire musica nel vuoto quasi si trattasse di una tela dentro cui lasciar colare, come veri e propri colori, il suono delle più disparate fonti sonore, tra cui, per l'appunto, quello di anguille elettriche, il cui suono ronzante è stato opportunamente registrato da Mazurek stesso in un laboratorio di ricerca brasiliano. Ad aumentare il senso di destabilizzazione, ci pensa, inoltre, l'omaggio (tutt'altro che indiretto) a Robert Ashley, grazie a parole misteriose che risuonano come un mantra nel finale. Raffinatezza e verve nostalgica trovano in “Part 4” un fascinoso punto di convergenza, tradendo, altresì, un lirismo trasversale, che con grazia sopraffina mescola Miles Davis ed Eric Dolphy.

Quando parte “Cosmic Tomes For Sleep Walking Lovers: Part 1” sembra di essere scaraventati in mezzo al tour de force Coltrane-iano di “Ascension”. Il respiro è grandioso, il suono multiforme, i paesaggi immaginari multisfaccettati. Un caos di quelli che solo all’apparenza mostrano di essere impenetrabili, ma che, invece, ingordi, si nutrono proprio di perigliosa indisciplina, di un afflato anarchico così feroce da rasentare un’inspiegabile forza trascendente. Così, il nucleo tematico centrale viene decostruito e riassemblato, attraverso tre diversi punti di fuga, prima che l’ultimo si trascini in “Part 2” al passo di un contagioso andante minimalistico, con la benedizione di Steve Reich.

Fedele al suo afflato cosmico, Mazurek & co. piazzano, poi, con “Part 3” una sorta di meditazione sul significato dell’unità nell’universo tutto. La musica danza con placito ardore, mentre gli strumenti si passano il testimone, senza mai strafare, ma sempre mantenendo fede al valore quasi “liturgico” del tutto. Il brevissimo interludio di “Part 4 (Fifteen Ways Towards A Finite Universe)” apre lo scenario sull’ultimo pannello dell’affresco ("Part 5"). Tra incanto e mistero, davvero qui il suono si muove panoramico nello spazio e nel tempo, quasi accompagnandoci in una gita fuori bordo, stupiti dinanzi alle meraviglie inspiegabili eppure così vere dell’universo. Il vibrafono traccia il solco, i fiati delimitano uno spazio d’azione che è per forza di cose “poetico”, la sezione ritmica acconsente che il tutto non evapori come una stella esplosa. E noi ce ne andiamo in brodo di giuggiole!

21/01/2007

Tracklist

1. Sting Ray And The Beginning of Time: Part 1
2. Sting Ray And The Beginning of Time: Part 2
3. Sting Ray And The Beginning of Time: Part 3 (Psycho-Tropic Electric Eel Dream)
4. Sting Ray And The Beginning of Time: Part 4
5. Black Sun
6. Cosmic Tomes For Sleep Walking Lovers: Part 1
7. Cosmic Tomes For Sleep Walking Lovers: Part 2
8. Cosmic Tomes For Sleep Walking Lovers: Part 3
9. Cosmic Tomes For Sleep Walking Lovers: Part 4 (Fifteen Ways Towards A Finite Universe)
10. Cosmic Tomes For Sleep Walking Lovers: Part 5