Il ritorno dei giapponesi. Solidamente accartocciati attorno alla posizione creata un paio di anni fa scarsi, i Film School continuano ad "assemblare abilmente mood e riff che si rifanno a molti gruppi inglesi inizio anni 80, così come a quelli del decennio successivo". La perfetta fotografia del disco precedente non s'ingiallisce nemmeno un filo. "Hideout" si limita a tirar fuori un'altra decina di canzoni dalla stessa risma.
Per quanto riguarda la forma, basta rimandare a quanto già detto in passato (wave bla bla, shoegaze bla bla, post bla bla). Per la sostanza, invece, c'è un piccolo passo indietro. La fluidità di scrittura è rimasta pressochè intatta; sono diminiuti però gli highlight, a favore dei contorni gradevoli. Su tutte svetta la romanticheria di "Two Kinds", a synth spianati; segue il singolo, l'emotiva bordata wave "Dear Me".
Curiosario: la qualità del suono è lievemente migliorata; c'è qualche brano più rock ("Lectric"; "Capitalized I"); sorprende lo stile di "Florida", tetra, involuta e disturbante; "Plots and Plans" omaggia i My Bloody Valentine.
Il potenziale resta inespresso: i Film School, ad oggi, sono una band per soli nostalgici.
08/09/2007