Obbietteranno in molti: Canada? Post-rock? Eh sì, ci risiamo. Ora si potrebbe benissimo chiudere la recensione con un bel cinque, magari anche regalato, alla solita (noiosissima) parentesi Constellation. E invece no. Perché l'etichetta che ha sfornato i migliori lavori degli ultimi anni non si smentisce.
Il nuovo disco degli Hrsta, giunti ormai alla terza prova dopo rispettivamente "L'éclat du ciel était insoutenable" e "Stem Stem In Electro", album sicuramente gradevoli, nello stile che il buon Moya e la scuola musicale di Montreal insegnano, ma che non sfondavano laddove si chiedeva novità e originalità, colpisce dritto dritto al cuore. A dieci anni dalla fondazione, la Constellation sembra aver aperto una nuova fase nella sua storia. Lo spettacolare "North Star Deserter", a nome Vic Chesnutt, ne è la conferma. Non più, o quantomeno non solo, catartiche discese nell'inferno a colpi di viole e chitarre, ma uno spirito cantautorale, vagamente acerbo (ma non va considerato un difetto) e noir, che pervade le consuete strutture musicali. Se dunque di nuova vita si tratta (tralasciando il nuovo disco di Sandro Perri, caso a parte), gli Hrsta ne incarnano alla perfezione le linee guida.
Non ci si lasci ingannare dalla definizione "post-rock", perché le strutture qui si alternano in un continuo gioco di rimandi. Malinconiche atmosfere come solo Elliott sa fare, accenni tzigani à-la Silver Mt. Zion, roboanti sfuriate (poche, in verità) che si aprono verso orizzonti noise. Il tutto, però, è assemblato con una mirabile semplicità di fondo, una coesione che mai si era riscontrata nei loro precedenti lavori. Le note (in odor di Dirty Three) dilagano nell'introduttiva "Entre la mer et l'eau douce". A seguire, le partiture quasi sussurrate di "Haunted Pluckley", di morriconiana memoria, e l'incantevole "The Orhcard". Se, dunque, nella prima parte del disco emerge il lato cantautorale e malinconico, del gruppo, nelle ultime due tracce Moya costruisce wall of sound sublimi, di una potenza distruttiva.
Alla temuta terza prova, gli Hrsta non solo non falliscono l'obiettivo, ma rinnovano con una ventata di novità la loro discografia. Nove tracce appassionate, da vivere in costante trasporto emotivo.
22/09/2007