“Potevamo stupirvi con effetti speciali…”, recitava una vecchia pubblicità, sepolta tra i ricordi di chi ha trascorso l’infanzia negli anni 80, ma che pure ritorna in superficie di fronte alla constatazione di come oggi, in ambito musicale e artistico in genere, la ricerca del colpo ad effetto sia quasi un elemento essenziale perché un’opera possa colpire, suscitare discussioni e restare impressa in mezzo a tutta l’enorme mole di musica attualmente in circolazione. Forse è per questo che a stento un disco riesce ad essere apprezzato per le sue qualità intrinseche e non meramente formali; e forse è per questo stesso motivo che l’ultimo lavoro degli Innocence Mission è passato finora quasi del tutto sotto silenzio.
Del resto, quali potenzialità di impressionare potrebbe avere una band di ultraquarantenni, attiva da oltre vent’anni, che fa dichiaratamente di melodie e “canzoni” il fulcro della propria arte, predicando in esse nient’altro che fratellanza e buoni sentimenti?
Ma poiché a chi scrive interessa ben poco di malintesi e spesso artefatti esercizi intellettuali, e invece molto più delle capacità comunicative della musica, è naturale e quasi doveroso spendere qualche parola per l’ennesimo, delicatissimo album della band capitanata da Karen e Don Peris.
“We Walked In Song” raccoglie undici piccole ballate, che senza timore di incorrere in alcun tipo di retorica, parlano di sentimenti profondi, con semplicità disarmante, tanto nei testi quanto nella musica, tutta incentrata su morbidi suoni acustici e arrangiamenti discreti e raffinati, ad incorniciare la sobria dolcezza della voce di Karen Peris.
Se è vero che la discografia della band di Lancaster sin dai suoi esordi nel 1986 si è mossa intorno all’impalpabile soavità canora della sua vocalist, bisogna qui sottolineare che il lungo e graduale processo di “alleggerimento” della musica degli Innocence Mission, iniziato nel 1999 con l’abbandono del batterista Steve Brown, ha sicuramente raggiunto il suo culmine in questo nono lavoro in studio, spogliandosi di qualsiasi eventuale rimanenza sovrastrutturale, sia strumentale che compositiva, e mettendo così ulteriormente in risalto le doti vocali di Karen.
Il risultato complessivo dell’operazione è un album intimo, permeato da un’aura delicatamente malinconica, ma che allo stesso tempo si rivela disteso, carico di una solare vitalità, illuminato da una spiritualità discreta che non pretende mai di assurgere a catechesi programmatica, mostrandosi piuttosto come specchio di una religiosità trascendentale, che vede nella fratellanza e nell’amore universale i suoi principali capisaldi.
La forza di “We Walked In Song” risiede come già detto nella sua semplicità, presentata con una naturalezza tale da risultare quasi spiazzante. Non si tratta di un capriccioso atteggiamento da star né tanto meno (figurarsi!) di incuria: semplicemente, la dimostrazione di come la classe basti a sé stessa.
La struttura di base dei brani si presenta alquanto essenziale, con il picking discreto di Don che segue le inclinazioni vocali di Karen, sostenendola nella quasi totalità dei brani e divenendo di quando in quando più impetuoso, rivelandosi così un piacevole protagonista della scena, in particolare nei passaggi in cui assume caldi toni latineggianti (“Happy Birthday”, “Colors Of The World”) o laddove diventa una sfavillante, meravigliosa girandola di note (“Brotherhood Of Man”, “Over The Moon”).
Ne risulta un delicato susseguirsi di brevi bozzetti sonori, che scorrono lievi nella loro intimità naturalmente zuccherosa ma mai stucchevole, cristallizzando i colori sfumati di momenti fuggevoli, come quelli descritti in “Into Brooklyn, Early In The Morning”, instillando sentimenti di quiete dolce-amara nelle splendide “Love That Boy” e “Lake Shore Drive”, fino a culminare nella delicata filastrocca “Colors Of The World”, il candore del cui testo dimostra la spontaneità di una visione del mondo genuina e aliena da qualsiasi intento di proselitismo.
I coniugi Peris con questo album ci prendono per mano e, superando il livido grigiore delle quotidiane miserie, ci conducono a un meraviglioso giardino incantato, sotto il cielo terso di un’estate senza tempo. E non è poi molto difficile, ascoltando “We Walked In Song”, riuscire ad immaginarseli là, sull’erba che profuma di fresco, come due eterni adolescenti immuni al trascorrere dei mesi e degli anni: Don che prova ad accennare un delicato arpeggio con la chitarra per accompagnare il melodioso canto della sua bella, e Karen che intona quasi distrattamente una dolce ballata che parla di tenerezza e pace, mentre intreccia una corona di piccole margherite da donare al suo amato. A più di vent’anni dal loro esordio, ancora come allora.
03/12/2007