Elvis Costello

Momofoku

2008 (Lost Highway)
songwriter

Con "Momofuku" (titolo ispirato dall'inventore degli spaghetti cinesi), Elvis Costello chiude una quadrilogia “del ritorno”, iniziata quattordici anni prima con "Brutal Youth". Radunati gli Imposters, il cantautore irlandese ritrova la sua chitarra e, conseguentemente, un certo artigianato rock, dipinto con la solita varietà di colori sonici. Dopo Mingus, insomma, il riff hard di “Stella Hurt” appare sul palco decisamente inatteso.

L’album è fresco, dinamico e, al contrario di certi manierismi di "When I Was Cruel", lascia intravedere una strada rock and roll mai persa negli anni, nonostante sinfonie e partiture jazz. Merito, come al solito, degli scudi di Steve Nieve che trasformano “American Gangster Time” in un rave per organetto da spiaggia e fanno di “Go Away” un nuovo lampo psichedelico beat.
Rock per adulti, forse, alimentato da un soul intellettuale e sinuoso (“Flutter And Wow” e “Pardon Me Madam, My Name Is Eve”) che sconfina nella ballad romantica “My Three Sons”.

Eppure "Momofuku" ha il suo lato infantile, innamorato della filastrocca sgangherata di “Mr. Feathers” e della piccola cornice folk-blues di “Dream And Bone”. Qui sta il gioco di tutto il disco che riesce, saggiamente, a non cadere nelle solite tentazioni di Costello, tra un latin-jazz (“Harry Worth”) e un soul-pop luccicante (“Song With Rose”). Allora meglio la semplicità di “No Hiding Place”, country and roll melodico d’impatto o del blues corale di “Turpentine”.

Dopo tanto clamore (azzardo, “per nulla”?), il ritorno dell’impostore è qualcosa che fa stropicciare gli occhi.

23/11/2008

Tracklist

  1. No Hiding Place
  2. American Gangster Time
  3. Turpentine
  4. Harry Worth
  5. Drum And Bone
  6. Flutter And Wow
  7. Stella Hur
  8. Mr. Feathers
  9. My Three Sons
  10. Song With Rose
  11. Pardon Me Madam, My Name Is Eve
  12. Go Away

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