Lenny Kravitz

It Is Time For A Love Revolution

2008 (Virgin)
rock

Lo avevo abbandonato al suo destino nel lontano 2001, quando ormai, dopo l'uscita del brutto, ma davvero brutto, "Lenny", Mr.Kravitz barcollava sull'orlo del precipizio. Da allora la situazione di questo playboy prestato alla musica è peggiorata, e l'ultimo passo è stato compiuto nel 2004, con il disastroso "Baptism". Proprio per questo voglio fare una breve riflessione, e spiegare perché adesso sono qui a riesumare un cadavere.

Kravitz è stato, ed è, anzitutto, un appassionato di musica. Come rocker s'è limitato a proporre un revival sfacciato ma cosciente e, quantomeno agli esordi, ispirato. Un'altra "Let Love Rule" non è però mai stato in grado di tirarla fuori. Il successo del facilone "5" e della bella "Again" gli hanno fatto credere di poter creare, dal nulla, un musicista nuovo, con una nuova personalità: è venuto fuori un pastrocchio. Da allora non è andata una dritta, con tanto di calo di popolarità.
Questo sino a "I'll Be Waiting". Una dolce e assai piacevole ballata pianistica, arrangiata con chitarra elettrica: una canzone come non ne scriveva da tempo. E' il singolo di lancio di un nuovo album, e ciò ridesta l'attenzione. "It Is Time For A Love Revolution", questo è il discutibilissimo titolo; il succo invece è tutto nella sua copertina: un bianco e nero scelto per un primo piano da macho vintage. E' più che altro il tempo del ritorno alle origini, si direbbe.

Si riparte dalle ispirazioni di sempre, dal canzoniere tanto anni 70, dal chitarra-basso-batteria, dal rock a volte funky a volte melodico. Senza la fantasia, laddove ce n'era, di un tempo; ma con ancor più mestiere, e, seppure affiori qui e lì l'effetto cover, il risultato torna accettabile.
"Love Revolution" è un rock da stadio, un breve inno; "If You Want It" è la ballata soul-rock; "Bring It On" è il momento della sensualità; "Good Morning" un gradito omaggio ai Beatles.
Niente di memorabile, niente di disastroso, tutto indubbiamente prevedibile. Quella del singolo non verrà più raggiunta, ma una certa efficacia va riconosciuta alla lunga "A Long And Sad Goodbye", accorata dedica al padre (morto nel 2005, con cui ha avuto un rapporto a dir poco conflittuale).

Ma torniamo ai problemi. Oltre alla totale incapacità di sorprendere, "It Is Time For A Love Revolution" ha un altro grave difetto: non finisce mai. Quattordici brani di fila senza far addormentare l'ascoltatore Kravitz non è riuscito a scriverli mai, neanche ai bei tempi, figuriamoci adesso. I filler cominciano con il disco-rock "Will You Marry Me", e riempiono la seconda metà dell'album (la lenta "This Moment Is All There Is"; il rock di "Back In Vietnam"). La leggerezza della corale conclusione di "I Want to Go Home" rianima quando ormai è troppo tardi.

Non tocca altro che ripetere le parole di apertura: avevo già messo la parola fine su questo musicista. Questo nuovo disco non mi spinge a ripensamenti: un comeback, ma senile, non invoglia certo a farsi ascoltare. Cambia un punto di principio, però. Questa, almeno, è una fine dignitosa.

24/04/2008

Tracklist

  1. Love Revolution
  2. Bring It On
  3. Good Morning
  4. Love Love Love
  5. If You Want It
  6. I'll Be Waiting
  7. Will You Marry Me
  8. I Love the Rain
  9. A Long and Sad Goodbye
  10. Dancin' Til Dawn
  11. This Moment Is All There Is
  12. A New Door
  13. Back in Vietnam
  14. I Want to Go Home

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