Scott Mercado, già braccio destro di Pall Jenkins dei Black Heart Procession, e ora nuovo acquisto della Macaco Records di cui i Grimoon sono il gruppo di punta, approda al disco solista in una vena di poetico lo-fi. La band di accompagnamento è composta di Jeff Grasmic, Geoff Hill, Andrew Trecha e Eric Berg.
“No End To Limitations” è prima di tutto un affare autoreferenziale, come se gli stessi Black Heart Procession fossero virati, via via, alla canzonetta, alle inflessioni quasi liturgiche, o al naturale sfogo intimista. “Serves You Right”, balla ternaria di folk agrodolce, aggiunge inflessioni alla Thom Yorke (forse con troppa enfasi), mentre nella nenia per piano “What You Wanted”, con accompagnamento da ballad jazz, la voce tende a scomparire come in un oldies anni ’40. E la composita ”Introductions” trasforma inserzioni lo-fi in una chiusa atmosferica con arrangiamento da camera. “The Day Of”, lo strumentale d’apertura (un concertino di glockenspiel, organo e synth), deborda perfino nei Pink Floyd dell'era di mezzo.
Con “Warship” e “Almost Home”, le più olografiche di Beck e Sparklehorse, l’album cambia marcia: la prima espone un’anima lamentosa in mezzo a un artificiale r’n’b di delicati equilibri timbrici, mentre la rarefatta “Almost Home” si affida ai suoi risvolti intimisti di piano e intriganti effetti elettronici. Purtroppo, la (breve) magia di questi pezzi non è ripetuta né nella ballata country-pop di “Hold Still”, pur fascinosa nell’arrangiamento, né nella ninna-nanna a mo’ di sing-along di “Missing”, più degna del britpop, e nemmeno nel lo-fi generico di “Play The Cards I Know”. Per ascoltare qualcosa di rilevante bisogna attendere il commiato di “Andrew So Far”, una delicata cartolina Neil Young-iana di blues aereo, o dei Grandaddy meno pretenziosi.
In mezzo al resto, “Always Losing Things” si fregia di un umore ibrido tra loner e chansonnier, anche se riconducendolo poveramente alle afonie di Elliott Smith e Smog.
Quasi nulla rigoroso, ma appassionato a sufficienza, adotta volta per volta una certa sapienza di arrangiamento, che è vicina al semplice evento acustico o alla filosofia introspettiva. Tra i cantautori contemporanei, è uno dei più diretti, almeno quando va a segno. Nota di rilievo all’ossimoro del titolo. Dedica al nonno di Mercado.
26/01/2009